Appello di 50 giovani su Facebook: “L’emergenza a Palermo non è la Gesip”

Un appello al Governo nazionale e al capo della Protezione civile affinché i 10 milioni di euro, richiesti a Roma dalla Regione siciliana per pagare due mesi di stipendi ai mille e 800 dipendenti della Gesip vengano sì assegnati alla Sicilia, ma per finanziare attraverso un bando pubblico start-up d’impresa e progetti di ricerca rivolti ai giovani palermitani.

A promuovere l’appello su Facebook più di cinquanta persone tra studenti, laureati e giovani professionisti palermitani.

“A Palermo, la vera emergenza non riguarda la Gesip, ma la disoccupazione giovanile – dice Massimiliano Lombardo del Pd, tra i promotori dell’appello -. Due mesi di stipendi per questo ‘carrozzone’ potrebbero cambiare la vita di centinaia di giovani palermitani alla ricerca di opportunità per aprire un’impresa o portare avanti progetti di R&S. Del resto, solo sostenendo l’innovazione è possibile garantire la crescita del tessuto produttivo di questa città. E con esso, magari, dare uno sbocco a quei lavoratori che oggi sono a rischio come i dipendenti della Gesip. E se non proprio a tutti loro, di sicuro ai loro figli”.

Lombardo, candidato al Consiglio comunale nella lista del Pd, lancia un appello anche al suo partito: “Chiedo ai deputati del Pd all’Ars e, in particolare, al segretario regionale, Giuseppe Lupo, e al capogruppo del partito all’As, Antonello Cracolici, di sostenere questa battaglia. Siamo a secco di risorse e come partito riformista dobbiamo scegliere: o guardare all’oggi e rinnovare il circolo vizioso che trasforma il lavoro in ricatto, oppure investire nel futuro e alimentare il circuito virtuoso dell’innovazione. Scegliendo la seconda strada, daremo un segnale forte ai tanti che oggi hanno perso fiducia nella politica e ai tanti che nel nostro partito si chiedono quali sia il nostro ruolo nei confronti del governo regionale”.

 

Nota a margine

Condividiamo l’appello di investire sui giovani e sul futuro, alimentando “il circuito virtuoso dell’innovazione”. Non possiamo condividere l’idea di abbandonare mille e 800 dipendenti. Proprio per evitare quello che sta di fatto succedendo – in pratica, la chiusura della Gesip, con i politici della città, di tutti i partiti, che scappano di qua e di là non sapendo che dire e che fare – avevamo proposto, in tempi non sospetti, di utilizzare per l’emergenza il 50 per cento dei fondi della tabella H.

Si tratta di uno strumento clientelare che viene ogni anno approvato dall’Assemblea regionale siciliana. Sono contributi ‘a pioggia’, per un importo che sfiora (e forse supera) i 50 milioni di euro.  Ebbene, il 50 per cento dei fondi di questa tabella H sono clientele allo stato puro. Basterebbe prendere, ogni anno, la metà di questi contributi – circa 25 milioni di euro e forse più – e tamponare il problema Gesip.

E’ chiaro che nessuno ha la bacchetta magica. La nostra è solo una proposta. Potremmo aggiungere che, con i ‘predoni’ che governano l’Italia, il futuro per tutti i precari della Sicilia, e non soltanto per i mille e 800 della Gesip, si annuncia complicato. Ci riferiamo, ad esempio, ai 22 mila precari dei Comuni dell’Isola e ai precari ‘storici’ della Regione. La cosa più giusta sarebbe quella di trattare con Roma un salario minimo garantito peu tutti i disoccupati. Ma questo cose – ce ne rendiamo conto – si fanno nei Paesi civili.

g.am.

 

 


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