Pullara, galeotto fu quel Master…

Qualche giorno fa il consigliere comunale di Palermo, Stefano Santoro, ha presentato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo un esposto sul commissario straordinario del’Azienda ospedaliera ‘Civico’ di Palermo, Carmelo Pullara (vedere articolo pubblicato dal nostro giornale dal titolo: “Il Civico di Palermo, i concorsi e le elezioni” il 18 aprile scorso). Tra i rilievi mossi in questo esposto c’è anche il tema dei requisiti per ricoprire l’incarico di commissario straordinario che, a parere di Santoro (che nella vita fa l’avvocato), Pullara non avrebbe.

Partendo da queste notizie – che ricordiamo sono contenute in un esposto alla magistratura – abbiamo provato a verificare come stanno le cose. Quello che leggerete è il risultato dell’analisi dei documenti che siamo riusciti a consultare.

L’articolo 20 della legge regionale numero 5 del 2009 – legge di riforma della sanità fortemente voluta dall’attuale governo regionale presieduto da Raffaele Lombardo con il magistrato Massimo Russo assessore alla Salute o Sanità – prevede, nell’ambito dei “poteri sostitutivi e sanzioni a carico del Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria”, la possibilità di nomina, da parte dell’assessore regionale alla Salute, di un commissario straordinario al fine di garantire la continuità gestionale della stessa Azienda sanitaria o ospedaliera.

Il commissario straordinario, per essere nominato, deve essere in possesso degli stessi requisiti previsti per l’iscrizione nell’Albo dei soggetti aspiranti alla nomina di direttore generale delle Aziende sanitarie.

Con decreto assessoriale del 15.02.2011, l’assessore regionale alla Salute, Russo, ha nominato il dottor Pullara commissario straordinario dell’Azienda ‘Civico’ di Palermo, in applicazione del citato articolo 20 della già citata legge regionale numero 5 del 2009, il cui comma 3 viene integralmente riportato nel decreto, a seguito delle dimissioni del dottor Dario Allegra (in realtà, Allegra, vicino al leader di Grande Sud, Gianfranco Miccichè, è stato costretto a dimettersi dai vertici del ‘Civico’ quando Lombardo, dopo aver siglato un accordo di governo organico con il Pd, ha messo fuori dalla giunta regionale gli uomini di Miccichè). Pullara viene nominato in quanto in possesso dei requisiti per la nomina a direttore generale. Il decreto cita anche le autocertificazioni rese dal dottor Pullara in merito ai suoi requisiti, autocerficicazioni esaminate dalla segreteria tecnica dell’assessore Russo.

Andiamo a vedere, a questo punto, quali sono i requisiti per la nomina a direttore generale: l’art 3 bis del Decreto Legislativo numero 229 del 1999 ci dice, in proposito, che per accedere a tale incarico bisogna possedere il diploma di laurea ed un’esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti, aziende, strutture pubbliche o private in posizione dirigenziale con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, svolta nei dieci anni precedenti la pubblicazione dell’avviso pubblico.

La nomina a commissario straordinario del dottor Pullara che, non dimentichiamolo, è stato prima direttore amministrativo dello stesso ‘Civico’, è avvenuta nel settembre del 2009 (il 17 settembre forse). Può supporsi che l’avviso per la formazione dell’elenco degli idonei alla nomina di direttore generale, amministrativo e sanitario, sia avvenuta tra il 2008 ed il 2009, forse con più di uno step (è previsto che gli elenchi si aggiornino periodicamente al fine di consentire nuovi inserimenti di idonei).

Non ci resta che verificare di cosa si occupava il dottor Pullara nei dieci anni precedenti alla pubblicazione dell’avviso. La marcia indietro ci porta al 1998 e al 1999. Nel curriculum del dottor Pullara si legge che, in detto periodo, ricopriva la qualifica di assistente amministrativo (VI° livello) alle dipendenze della Usl numero 13 di Licata. Dal 2000 al 2002 il dottor Pullara è collaboratore amministrativo (VII livello). Dal luglio 2002 diventa dirigente amministrativo presso l’Azienda sanitaria di Messina a seguito di superamento di pubblico concorso.

Nell’agosto del 2005 viene nominato dirigente di struttura complessa con incarico di gestione delle risorse umane presso l’Azienda sanitaria di Agrigento. Possiamo quindi affermare che negli anni 2008-2009 (quando è stato presumibilmente pubblicato l’avviso per l’iscrizione negli elenchi degli idonei alle nomine) il dottor Pullara non aveva maturato il previsto quinquennio di direzione tecnica o amministrativa nel decennio antecedente.

Ma qui interviene, a soccorso del Pullara, un famoso Master in Direzione amministrativa, svolto negli anni 2000/2001-2001/2002, al quale sarebbe stato attribuito un valore certificativo ai sensi del DPR 484/97, ai fini della formazione manageriale.

Solo che il corso che ha portato il dottor Pullara al conseguimento del Master è stato frequentato dallo stesso già prima di diventare dirigente (come detto lo diventa nel luglio del 2002). Ci sorge allora un dubbio, anzi più di un dubbio: forse il Master è servito al dottor Pullara per partecipare al concorso di dirigente?

Vediamo un po’ come si diventa dirigenti amministrativi nel Servizio sanitario nazionale. Recitano le normative di riferimento che, alla qualifica di dirigente dei ruoli professionali, tecnici ed amministrativi si accede mediante concorso pubblico per titoli ed esami, con il previsto diploma di laurea e con cinque anni di servizio effettivo corrispondente alla medesima professionalità prestato in enti del Servizio sanitario nazionale nella posizione funzionale di settimo e ottavo livello, ovvero di settimo, ottavo e nono di altre pubbliche amministrazioni.

Senza addentrarci nei particolari delle norme, possiamo già vedere come il dottor Pullara, collaboratore amministrativo (posizione di VII livello), non aveva maturato il quinquennio previsto dalla norma per partecipare al concorso per dirigente. Infatti il dottor Pullara è collaboratore amministrativo dal 2000 al 2002, ma partecipa al concorso per dirigente amministrativo bandito dall’Azienda sanitaria di Messina il 28.02.2001 e viene ammesso, diventando poi dirigente nel luglio del 2002. Forse merito del Master che, però, ha conseguito nel 2002? Com’è possibile sanare un quinquennio di attività che non c’è con un Master conseguito successivamente all’indizione di un concorso?

Ancora: può il detto Master, già utilizzato in un modo quanto mai insolito e bizzarro, sostituire la qualificata attività di direzione tecnica e/o amministrativa svolta per un quinquennio nei dieci anni precedenti l’avviso per la formazione degli elenchi degli idonei alle diverse direzioni, anche quando colui che lo ha conseguito, nel 2000/2001, non era neanche dirigente? Quante volte si può utilizzare un titolo di tal genere?

Gli interrogativi che poniamo hanno ragion d’essere nel fatto, non certo secondario, che il commissario straordinario di un’Azienda importante qual è il Civico di Palermo, con più di tremila dipendenti, opera scelte che incidono profondamente sulla vita di tanti lavoratori, delle famiglie, dei malati e, in generale, di tutto un mondo che gira intorno a una struttura sanitaria estremamente complessa. Ed è normale chiedersi se chi occupa un ruolo così importante e così delicato possieda tutti i requisiti richiesti.

 


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