Regione, lo spettro dei commissari

Prima l’arroganza. Adesso la deferenza. Prima la sfida. Adesso gli ossequi. Prima le pretese. Adesso con il cappello in mano. Prima la maggioranza solida e l’olimpica certezza di arrivare a fine legislatura. Adesso l’ammissione che, forse, si voterà a ottobre prossimo. Così, tra alti e bassi, il governo regionale retto da Raffaele Lombardo annuncia l’ammaina bandiera. A parole, autorevoli esponenti della maggioranza lasciano capire che il capo della giunta si dimetterà prima di ‘incassare’ un possibile rinvio a giudizio. Che succede?

L’inchiesta giudiziaria su Lombardo c’è: e farà il proprio corso. Solo che, in questo momento – anche se si fa di tutto per nasconderlo – il governo e l’Assemblea regionale siciliana hanno un altro problema: il bilancio. Che, ricordiamolo, è stato approvato da Sala d’Ercole (mancava solo il voto finale).Ma è stato precipitosamente ritirato dal governo. Perché?

I maligni dicono che, anche questa volta, sarebbe andata in scena la solita trattativa, tutt’altro che ‘istituzionale’, tra governo, vertici del dipartimento del Bilancio e vertici burocratici dell’Ars da una parte e commissario dello Stato dall’altra parte. A questo punto il governo e gli alti burocrati del Bilancio e dell’Ars si sarebbero resi conto di alcuni ‘problemi’. Per esempio, che non si possono appostare in bilancio entrare false (questa può sembrare una cosa ovvia, ma in Sicilia è ‘rivoluzionaria’, se è vero che, da anni, si inseriscono in bilancio entrate fittizie). O che una decina o forse più di capitoli di bilancio, anche importanti, non sarebbero giustificati da norme, ma da semplici delibere di giunta.

Dopo il ritiro del bilancio e della finanziaria – che Sala d’Ercole esaminerà a metà aprile – lo scenario parlamentare e politico si complica. Intanto si assottigliano i tempi per un successivo passaggio d’Aula nel caso di un’eventuale impugnativa della manovra economica da parte del commissario dello Stato. Ma il punto – cioè lo scoglio da superare – è proprio questo: il commissario dello Stato.

La speranza di Lombardo e del Pd siciliano è che la manovra economica passi senza impugnativa. Così, se dovesse arrivare il rinvio a giudizio per Lombardo, il presidente si dimetterebbe lasciando l’ordinaria amministrazione, fino all’insediamento del nuovo governo regionale, a un vice presidente. Che deve ancora essere nominato. Questo ruolo, infatti, non può essere ricoperto da un assessore ‘tecnico’ esterno all’Ars. Ci vuole un parlamentare di Sala d’Ercole che Lombardo dovrebbe nominare assessore con la delega di vice presidente della Regione. Un ‘vice’ che l’attuale capo della giunta dovrebbe ‘pescare’ o dal prorpio partito – l’Mpa – o dal Pd.

Ma già siamo andati troppo avanti. Perché, lo ripetiamo, il problema è il bilancio. Che governo e Assemblea regionale siciliana non possono mettere a punto. Per un motivo semplice: perché non ci sono soldi. Con molta probabilità, con gli annunci delle possibili dimissioni di Lombardo (che magari saranno pure vere in caso di rinvio a giudizio), il governo punta a ‘intenerire’ il commissario dello Stato. Della serie: commissario, visto che stiamo andato tutti a casa – governo e Assemblea regionale – faccia passare questo bilancio.

Peccato che, come già accennato, il bilancio, quest’anno, non può essere approvato. In verità neanche l’anno scorso avrebbe dovuto essere approvato. L’anno scorso il bilancio della Regione è stato approvato senza la copertura finanziaria per la sanità. I soldi per la sanità sarebbero arrivati nelle ‘casse’ della Regione siciliana due o tre mesi dopo. Erogati dall’allora governo Berlusconi, che li ha presi dal Fas, i Fondi per le aree sottoutilizzate. Risorse che avrebbero dovuto essere utilizzate per gli investimenti infrastrutturali. E che, invece, sono state spese per la sanità. In questa manovra temeraria, il governo Lombardo ha fornito una garanzia un po’ bizzarra: se i soldi del Fas non arriveranno – questo era scritto nei documenti finanziari, anche se con uno stile oscuro e tortuoso – per pagare la sanità ci prenderemo i soldi con i quali paghiamo gli stipendi ai dipendenti regionali…

La cosa è andata bene perché, alla fine, i soldi del Fas sono arrivati. Ma all’atto dell’approvazione del bilancio 2011 – questo è il dato tecnico e politico – i soldi per la sanità non erano in ‘cassa’. Quest’anno sta succedendo la stessa cosa. Nonostante la Corte dei Conti abbia avvertito il governo che non verrà accettato un bilancio senza copertura finanziaria per la sanità, il governo e l’Assemblea regionale ci stanno riprovando.

Invece di tagliare le spese improduttive (per esempio la tabella H, oltre 42 milioni di euro), nella manovra approvata e poi ritirata mancano 340 milioni di euro per la sanità. Soldi, al solito, che dovrebbero entrare a valere sul Fas, che ormai nnon serve per realizzare autostrade e porti turistici, ma per pagare i debiti della sanità. Solo che, quest’anno, il giochetto non riuscirà. Per almeno due motivi. In primo luogo perché non è più ‘aria’ per tollerare bilanci privi delle risorse finanziarie per la sanità. In secondo luogo perché i soldi del Fas, quest’anno, rischiano di non arrivare. Perché il governo Monti, per erogarli, ha chiesto alla Regione di effettuare ‘tagli’ che il governo Lombardo non ha alcuna intenzione di mettere in atto.

A questo problema se ne aggiunge un secondo: le solite entrate fittizie. Nel bilancio approvato dall’Aula e poi ritirato c’erano 480 milioni di euro di entrate che non sarebbero mai state tali. E la solita ‘valorizzazione’ del patrimonio immobiliare della Regione. Un processo, la ‘valorizzazione’ dei beni immobili, che finora, lungi dal produrre entrate, ha provocato solo perdite. L’amministrazione regionale, infatti, ha venduto beni immobili per poi affittarne altri per i propri uffici. Rimettendoci.

Poi c’è l’argomento, ancora in parte sconosciuto, dei già citati capitoli di bilancio non sostenuti da norme, ma da delibere di giunta. Non è un caso che questa storia sia venuta fuori ora. Il ‘segnale’ – ammesso che la politica siciliana lo recepisca – è comunque preciso: non saranno più tollerati sotterfugi e raggiri.

Che significa tutto questo? Che, con molta probabilità, l’Assemblea regionale siciliana potrebbe essere sciolta anticipatamente non per le dimissioni di Lombardo (che potrebbero essere formalizzate solo dopo l’approvazione del bilancio), ma per violazione persistente dello Statuto. E siccome la mancata approvazione del bilancio è una violazione dello Statuto, ecco che tale ipotesi prende sempre più consistenza.

L’Aula proverà a fare passare il bilancio, magari con un numero di ‘imbrogli’ parzialmente ridotto. Ma il commissario dello Stato, questa volta, non dovrebbe fare sconti.

La differenza tra uno scioglimento anticipato dell’Ars per le dimissioni del presidente della Regione e uno scioglimento, sempre anticipato, per violazione dello Statuto è sostanziale. Nel primo caso è il vice presidente che gestisce l’ordinaria amministrazione fino all’insediamento del nuovo presidente della Regione. Nel secondo caso la Regione, per l prima volta nella storia dell’Autonomia siciliana, verrebbe commissariata. E i commissari avrebbero tutto il tempo di fare quello che non è mai stato fatto: chiarezza sui conti del bilancio della Regione. Con molta probabilità, cari lettori di Link Sicilia, si scoprirebbero imbrogli contabili (e non soltanto contabili) che, fino ad oggi, non sono mai venuti fuori.

 

 


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