Palermo, nelle liste di Fli niente uscenti

“Cinque anni per aprire un gazebo di un bar, un minuto per chiuderlo. Togliendo lavoro a tutte le persone coinvolte in quest’attività produttiva. Al di là dell’immondizia, dei mezzi pubblici, dei servizi, dei mercati storici e di tutto quello che vediamo nella nostra città, il principale problema è il lavoro”.

A dichiararlo è Giuseppe La Barbera, candidato al consiglio comunale di Palermo per Futuro e Libertà, ospite del programma tv ‘La tana del lupo’ presentato da Francesco Panasci. Nella puntata in onda questa settimana, La Barbera si confronta sui temi caldi del momento con Manfredi Agnello per Grande Sud, Rosario Filoramo del PD, Raoul Russo del PdL, Stefania Munafò per l’Mpa, Alessandro Arcobasso della lista Costa e Francesco Scarpinato per Amo Palermo.

“I tanti giovani che compongono il nostro comitato – aggiunge il candidato di Futuro e Libertà – animati da sincera passione e dal desiderio di conoscere i fatti della politica, si chiedono come mai si ripresentino alle elezioni dei consiglieri che hanno lavorato male. È come dire: ‘Ho amministrato bene, quindi votatemi’; ma il buco nelle casse del Comune di Palermo è il risultato di quanto loro non sono riusciti a fare”.

Giuseppe La Barbera parla a questo proposito di problema morale: “L’amministrazione ha fatto un disastro – afferma -: nella nostra città non funziona niente e non credo che la responsabilità sia solo del cittadino, ma di maggioranza e opposizione insieme. Io non attacco nessuno, è un dato di fatto. I partiti hanno l’opportunità di presentare una nuova classe politica che risponda ai bisogni della città. Nelle liste di Futuro e Libertà non c’è nessun consigliere uscente. Non fa niente se non si ricandidano per uno o due anni. Vediamo cosa faranno le nuove leve: se non risolveranno nulla, non si ripresenteranno. Io avrei un’idea: rendere gli amministratori responsabili col proprio patrimonio. Sbagliate? Restituite i soldi alla città”.

A chi parla di responsabilità dei cittadini, La Barbera ricorda che “compito della politica dovrebbe essere osservare, intervenire e migliorare. Chi sta al consiglio comunale deve amministrare la città. Invece di aspettare che sia il cittadino a dover fare le denunce, perché non lo fa il consigliere per primo? Se da cittadino vedessi una situazione anomala, la segnalerei ai vigili urbani e agli organi competenti, come ho già fatto fino a ieri, dando il mio nome e cognome”.

 


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