Sciacca, duello Lombardo-Alfano

A Sciacca dicono che ad impedire un’intesa tra Terzo polo e Pdl sia stato Raffaele Lombardo in persona. Il governatore, in queste ore, sta tenendo sotto controllo le manovre politiche in vista delle prossime elezioni amministrative nel grosso centro dell’Agrigentino. I suoi luogotenenti dell’Mpa sarebbero stati disponibili ad accordarsi con Fabrizio Di Paola, penalista di Sciacca, alfaniano della prima ora, il candidato prescelto dal leader nazionale del Pdl per la candidatura a sindaco della città delle terme. Ma Lombardo ha detto no. Lo avrebbe fatto in una telefonata di fuoco a Roberto Di Mauro, che si sarebbe conclusa con un interrogativo che non lasciava spazio a eventuali repliche: “Ma siete pazzi?”

A Sciacca sembra pronto a scendere in campo il farmacista Gioacchino Marsala. E’ il coordinatore locale del Fli e si candidò già nel 1999 (allora stava con Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini), risultando sconfitto per appena 45 voti. E’ pronto a riprovarci. Anche il Partito democratico lo sosterrà. L’intesa politica palermitana, dunque, trova spazio anche a livello periferico. Eppure, nel Terzo polo, l’Api di Nuccio Cusumano avrebbe voluto fare un’altra scelta. Il raggruppamento che si ripresenta alle elezioni è lo stesso che ha vinto le elezioni del 2009 con il medico Vito Bono. Che, però, si è dimesso, sancendo un fallimento politico che i partiti oggi si stanno sforzando di far ricadere esclusivamente su di lui. A Sciacca non la pensa così l’Udc, che si è sganciata dal Terzo Polo per andare ad allearsi col Pdl.

Qui è Fabrizio Di Paola l’uomo di Alfano. Primo dei non eletti alla Regione nel 2001, fu fatto fuori dalle manovre di ‘Palazzo’ che indussero Michele Cimino ad optare per il collegio provinciale, e non per il listino. Di Paola la prese a male, lasciò Forza Italia per l’Udc. Ma per lui non andrà affatto meglio. Nel 2005 e nel 2007 altre due candidature per l’Ars, e per altre due volte ancora una volta immolato sull’altare delle logiche  di partito che la prima volta dovevano premiare Giusy Savarino e la seconda il medico di Lucca Sicula, Salvatore Cascio.

Ad Angelino Alfano non è mai andata giù che Di Paola fosse stato trattato così. Il senso di colpa lo ha convinto a far rientrare il penalista nel partito che, nel frattempo, è diventato Pdl. Il rientro è avvenuto nel 2010. Meno di due anni dopo, Di Paola è candidato a sindaco. L’occasione è ghiotta. La campagna elettorale è iniziata. Un appuntamento nel quale, a sorpresa, Italia dei Valori presenta come proprio candidato a sindaco Pippo Turco. Sì, proprio lui, l’ex sindaco manniniano degli anni ’80, che i dipietristi avevano additato a simbolo del malcostume politico, salvo poi reclutarlo nelle proprie fila. Suo vicesindaco designato: l’ex nemico, l’attuale responsabile degli enti locali di Idv Ignaizo Messina.

Il gruppo di Sel di Nichi Vendola, invece, punta su Enzo Guirreri. E dire che inizialmente Idv e Sel dovevano correre insieme. La decisione di Di Pietro di puntare su Turco ha separato le strade. E ora Sel punta ad attrarre il voto di sinistra, visto peraltro che il Pd non avrà un candidato di bandiera. I vendoliani si propongono i veri outsider della campagna elettorale, pronti ad attrarre il voto di protesta. A contenderglierlo sarà però il gruppo Cinquestelle di Beppe Grillo. Che, tuttavia, deve ancora indicare il nome del proprio candidato.

 


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