Formazione-distruzione professionale…

dall’avvocato Franceco Menallo
del Movimento a Cinque stelle
riceviamo e volentieri pubblichiamo

In gran spolvero, lo stato maggiore dell’assessorato alla ‘distruzione’ della formazione professionale in Sicilia, alla presenza del vicerè (ops, scusate, del governatore, Raffaele Lombardo: mi confondo sempre con le cariche ancient regime) ha presentato qualche giorno fa il ‘parto’ più recente, al fine – conclamato – di coprire gli echi delle continue bocciature del suo operato da parte della Corte dei Conti: la graduatoria finale dell’Avviso 20!

Va subito detto che una “graduatoria finale” che, peraltro tale non è perché ci sono ancora i ricorsi, non è certo il piano, meno che meno è il piano finanziato. Questo ‘parto’, difficile, in cui sono state impegnate per dare assistenza tecnica ben due società torinesi (visto che queste professionalità in Sicilia non albergano mentre in Piemonte sì…a proposito: quanto sono costate?), è un aborto, l’ennesimo della gestione ‘cento-lomb-albert’ (con riferimento è all’assessore regionale al ramo, Mario Centorrino (foto sotto a sinistra) , al già citato presidente Lombardo e al dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, il piemontese – come le due società di assistenza tecnica – Ludovico Albert).

Difatti, siamo ancora in attesa di capire come si supererà il problema del mancato cofinanziamento con fondi locali, stante la natura additiva e non sostitutiva dei fondi comunitari, che non possono totalmente sostituirsi ai fondi locali destinati a spese strutturali quali, indubitabilmente, sono quelli della formazione professionale.

Qualcuno ci verrà a dire che ci penseranno l‘anno prossimo, visto che si tratta di un piano triennale; oppure che il cofinanziamento è da leggere su base nazionale, potendo “compensarsi” il mancato cofinanziamento in Sicilia con altro cofinanziamento in Valle d’Aosta, sulla stessa misura… Ma questa modalità – estrapolata da un passaggio di una sentenza della Corte Costituzionale, in tutt’altro impegnata, e che non ha alcun valore, neanche di precedente – quanto meno uno sta bene nazionale lo dovrebbe avere o no? Non ci pare che su questo i nostri conducator dell’assessorato od il nostro lider maximo siciliano di Grammichele abbiano fornito un qualche elemento rassicurante (a parte la supponenza dell’Etat c’èst moi).

Riguardo al mirabolante sistema di controlli, “finalmente serio” (cosa faranno: metteranno il braccialetto elettronico ai ragazzi?) pare che debba fare a meno dei rendiconti, sull’altare di “costi forfettari” unici. Ottimo criterio… lo diciamo – e lo scriviamo da anni – che il parametro DEVE essere unico: e vada pure per i costi forfettari (anche se la normativa comunitaria non contiene affatto la liberalizzazione spinta con le modalità indicate nel suddetto Avviso 20: i parametri devono invece essere indicati da un’autorità nazionale e – soprattutto – non elidono l’obbligo di rendiconto).

In sintesi: bene per il tetto di spesa, ma se ho speso meno perché mi devo tenere denaro pubblico?

Da ultimo, le leggi non si abrogano per desuetudine. La legge regionale numero 24 del 1976 esiste ancora e, se non dovesse piacere l’aggettivo “siciliana” si può sostituire con la lelle n. 845 del 1978, che limita il finanziamento per le attività ordinarie di formazione professionale AGLI ENTI CHE SVOLGONO SENZA FINE DI LUCRO FORMAZIONE PROFESSIONALE E CHE ABBIANO ESPERIENZA ALMENO TRIENNALE NEL SETTORE, ESISTANO DAL 1975 ED ABBIANO SEDE, ATTREZZATURE E PERSONALE ADEGUATO.

Concludendo, Lombardo, Nino Papania, Francantonio Genovese, Salvatore Cardinale, Carmelo Briguglio & Co. si vadano a fare la campagna elettorale altrove. Il personale della formazione professionale siciliana, che non è tutto composto da ladri, smidollati, ignoranti, raccomandati ecc. ecc., come viceversa ci hanno ripetuto sugli organi di stampa di regime nel corso di tutto il 2011, non merita di essere ulteriormente strumentalizzato.

Pensierini finali: ma se con 246 milioni di euro si facevano troppi corsi, che servivano solo ai formatori, con 286 milioni di euro non si sprecheranno più soldi?

Ah, dimenticavo: il problema non c’è, è tutta ‘trippa’ dell’Unione Europea: dottor Biagio Bossone (il Ragioniere generale della Regione siciliana), ci pensi lei, prima della Corte dei Conti!

E per ultimo: solo in Sicilia una struttura sottoposta a procedura concorsuale riceve l’accreditamento. Al merito? Come credono di giustificare la modifica dei criteri di accreditamento “ad entem” il DG ed i membri della CRI che gliela hanno votata a scatola chiusa?

In questa vicenda, troppo tempo è trascorso… Si, lo so che i problemi sono complessi e – soprattutto – la Costituzione in senso materiale (leggi il potere politico in atto) assieme ad una classe politica priva di competenze tecniche, complice l’assenza di bravi grand commis ha frenato: adesso, però, è il momento di fermare questa corsa dei lemmings verso il precipizio: c’è tutta la Sicilia in mezzo e non deve essere travolta dalla loro corsa pazza, resa necessaria dall’enormità degli errori colpevolmente commessi in passato e di recente.

Alle Procure la parola; presto, che è tardi…

 

foto di Ludovico Albert tratta da formatoriliberisicilia.blogspot.com

 


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