Lombardo tra defezioni e rimpasto

Roma che insiste per costringere la Sicilia a eliminare sprechi e clientele. Un Pd ‘governativo’ ancora maggioritario a Sala d’Ercole, ma fiaccato dalle polemiche crescenti che arrivano dal territorio, a cominciare dai Comuni, destinatari di risorse finanziarie sempre più scarse e ‘taglieggiati’ da gestioni dell’acqua e dei rifiuti onerosissime per i cittadini sempre più adirati. Quindi Palermo, con il candidato a sindaco di Lombardo, Cracolici e Lumia – Fabrizio Ferrandelli – sempre più in difficoltà. E qualche problema anche nel partito del presidente della Regione – il Movimento per l’autonomia – dove i malumori crescono di giorno in giorno.

Per il governo regionale, insomma, ogni giorno è un bellettino di guerra. Oggi anche i ‘Forconi’ hanno attaccato a testa bassa Lombardo e i suoi assessori, accusati – non senza qualche buona ragione – di non fornire risposte credibili alle richieste del Movimento.

Il problema più serio, per l’esecutivo regionale, resta comunque il bilancio. Fino a qualche giorno fa Lombardo, l’assessore all’Economia, Gaetano Armao e compagnia bella se la prendevano comoda. Ora – come abbiamo raccontato ieri sera – lo scenario si aggroviglia. Intanto non si parla più della riduzione – annunciata in pompa magna qualche giorno fa – della partecipazione della Regione siciliana alla spesa sanitaria, che dal 49 e rotti per cento sarebbe dovuta scendere al 44 per cento o giù di lì. Arriveranno – se arriveranno – i soldi del Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate) giusti giusti per pagare la sanità: 350 milioni di euro dal già citato Fas e altrettanti, o qualcosa in meno, di fondi regionali. Quanto agli altri ‘buchi’ del bilancio, nessuno sa ancora come coprirli.

Come già più volte detto in questi giorni, Roma allargherà i cordoni della borsa solo se Lombardo e compagni sbaraccheranno la grande ‘macchina’ clientelare che va sotto il nome di ‘personale’. Con questa sigla non si intendono solo i precari (che il governo nazionale vorrebbe drasticamente ridotti nel numero), ma anche i dipendenti regionali (per i quali si prevedono ‘sacrifici’) e il variegato mondo delle società partecipate dalla Regione. Andare a ‘tosare’ queste categorie in campagna elettorale per Lombardo e un mezzo dramma: e infatti il presidente, di questo argomento, non vuole nemmeno sentir parlare.

In tutto questo nel Pd – area ‘governativa’ – c’è chi si sarebbe stancato di appoggiare questo governo che, se funziona per le clientele, non funziona con il territorio dove il malcontento è alle stelle. Tra mancata spesa dei fondi europei e malgoverno, la disoccupazione è cresciuta. E siccome il Pd è al governo da tre anni, molti parlamentari temono che gli elettori, a maggio, gli presenteranno il conto. Da qui la richiesta, per esempio, di cantieri scuola, che consentirebbe al Pd di recuperare una parte dell’elettorato che fa capo ai ceti meno abbienti. Solo che le finanze regionali, se oggi riescono ancora a garantire un clientelismo di ‘qualità’ (per esempio la spartizione dei fondi del Piano di sviluppo rurale), non consentono più una spesa improduttiva come quela dei cantieri scuola. Da qui le lamentele.

L’unico settore che garantisce voti, in questo momento, è la formazione professionale, che, non a caso, il governo regionale ha ‘riformato’, trasferendo sui fondi europei i costi di un grande ‘carrozzone mangiasoldi’. Anche la con ‘riforma’, infatti – presentata stamattina daLombardo, dall’assesosre al ramo, Mario Centorino, e dal dirigente generale, Ludovico Albert – verranno finanziati, con grande probabilità, gli enti riconducibili alla solita politica.

Altra questione: i problemi interni all’Mpa. Nel partito del presidente della Regione c’è chi scalpita. Chiedendo, a breve, un rimpasto della giunta (cosa, questa, che non sarebbe sgradita ad alcuni settori del Pd). Ciccio Musotto, capogruppo del partito all’Ars, a quanto si sussurra, non sarebbe soddisfatto dell’andazzo delle cose. E dopo la ritrovata unità del centrodestra nel capoluogo dell’Isola avvertirebbe una sorta di ‘richiamo della foresta’ che potrebbe portarlo ad appoggiare Massimo Costa nella corsa a sindaco di Palermo. Si tratta, ovviamente, di un’indiscrezione ancora tutta da confermare. Ma è chiaro che in questo scenario l’unico modo per tenerlo ‘fermo’ sarebbe una bella poltrona di assessore regionale.

Radio tam tam dà anche in ‘movimento’ il parlamentare nazionale, sempre dell’Mpa, Carmelo Lo Monte. Al quale non starebbe andando molto a genio la gestione del Piano di sviluppo rurale che, fino ad oggi, non ha certo privilegiato gli agricoltori siciliani. Da qui la sua possibile candidatura ad assessore regionale alle Risorse agricole per imprimere una svolta alla gestione di un settore fino ad oggi troppo ‘incartato’ sulle clientele.

 


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