Genchi, il dirigente regionale scomodo

La sentenza del giudice del lavoro che dà ragione al dirigente dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, Gioacchino Genchi, è stata notificata al dirigente generale del Dipartimento, Giovanni Arnone, all’inizio di gennaio. Ma la procedura di reintegro nelle sue funzioni non è ancora stata avviata. E’ evidente che Genchi, un dirigente regionale da sempre in prima fila nelle battaglie in difesa dell’ambiente e per l’affermazione della legalità non piace al governo che vede assieme ‘appassionatamente’ Raffaele Lombardo (presidente) e i ‘dioscuri’ del Pd, al secolo Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.
Per questo la Cgil Funzione pubblica della Sicilia ha organizzato per domani mattina, alle 10,00, a Palermo, un sit in davanti all’assessorato al Territorio e Ambiente in via Ugo La Malfa 169. Alla manifestazione, oltre ai sindacalisti della Cgil siciliana, intererranno, tra gli altri, il portavoce nazionale di Italia dei valori, Leoluca Orlando, il segretario regionale dello stesso partito, Fabio Giambrone, il segretario regionale di Sel, Erasmo Palazzotto, il segretario regionale della Federazione della Sinistra, Antonio Marotta.
“Il fatto grave – dice il segretario generale della Funzione pubblica Cgil della Sicilia, Michele Palazzotto – è che nonostante il giudice del lavoro abbia dato ragione a Genchi, l’attuale dirigente generale, Arnone, non ha ancora avviato le procedure di reintegro. Il governo Lombardo si vanta di avere impedito la realizzazione dei termovalorizzatori, ma questo non sarebbe mai avvenuto se nel 2006 Genchi non avesse bloccato le procedure sul piano tecnico amministrativo. Non è vero che Lombardo è discontinuo rispetto al precedente governo, perché perpetua gli stessi metodi e gli stessi strumenti di emarginazione dei dirigenti regionali scomodi”.
Palazzotto, che ha già avviato azione legale contro l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Caterina Chinnici, annuncia un’azione legale anche contro il Presidente Lombardo e contro il dirigente generale del dipartimento Ambiente, Giovanni Arnone.
La storia di Gioacchino Genchi ha inizio oltre 5 anni fa quando il dirigente chimico, allora responsabile del servizio sull’inquinamento atmosferico, viene rimosso dall’incarico a seguito dell’attività svolta. Molte le questioni delicate su cui il dirigente diede parere negativo: dalle emissioni della distilleria Bertolino alle fabbriche catanesi di laterizi (che usavano i fanghi del petrolchimico di Siracusa), fino al grande affare dei quattro termovalorizzatori che avrebbero dovuto vedrela luce in Sicilia. Da allora Genchi, estromesso da ogni incarico, ha iniziato una lunga vertenza rivolgendosi anche al Giudice del lavoro che ha riconosciuto al dirigente il raggiungimento di tutti gli obiettivi assegnategli, sconfessando le decisioni pretestuose dell’allora dirigente generale Pietro Tolomeo e di ben due giunte regionali.

 


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