Un’indipendentista per Sala delle Lapidi

Ha 29 anni, ma la politica la “mastica” dai tempi del liceo. Quella con la ‘P’ maiuscola, fatta di impegno concreto, militanza, proteste nelle piazze e battaglie civili. Quella per intenderci, dei giovani di Alleanza nazionale. Poi l’addio a questo partito: “Crescendo mi sono accorta che mancava qualcosa di fondamentale in Alleanza nazionale: l’attenzione verso la questione siciliana. Mi hanno insegnato la militanza, ma io voglio metterla al servizio della mia terra”. Così Giusi Badalamenti approda nel Mis, il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, di cui oggi è coordinatrice provinciale. “E’ l’unico movimento che non ha mai smesso di lottare per i diritti della Sicilia, quei diritti calpestati da 60 anni di storia italiana”. La ragazza ha le idee chiare. E’determinata e appassionata. E pronta a scendere in campo per le prossime elezioni amministrative di Palermo alle quali sarà candidata per il consiglio comunale. Troverà spazio in una delle liste del Mpa: “Non potevo certo candidarmi con un partito nazionale”. Tra i suoi obiettivi “contribuire a portare nel cuore di tutte le istituzioni, a partire dagli enti locali, la questione siciliana” e “rendere vivibile la città ridando ai palermitani quello che meritano, una città bella e vivibile, cominciando dalla riqualificazione di Mondello, non più rimandabile”.
L’abbiamo incontrata.
Cosa ci fa una ragazza giovane come lei con il Mis?
“Perché scusi, la questione siciliana non è roba da giovani? Al contrario penso che il Mis sia il luogo ideale per i giovani”.
In che senso?
“Migliaia di giovani sono costretti ad emigrare ogni anno dalla Sicilia o a vivere di stenti perché questa terra offre poche chance. Tutto questo può cambiare solo se ci si impegna a lottare per la piena applicazione dello Statuto autonomistico. La Sicilia è una terra ricche di risorse, avremmo tutti i mezzi per vivere bene. Solo che finora questa regione è stato solo sfruttata, svilita e sacrificata sull’altare degli interessi, più o meno trasparenti, dei poteri forti italiani. Ci potrà essere un futuro per i giovani in Sicilia solo se si ribalta questa situazione”.
E come si ribalta, con l’indipendenza della Sicilia?
“Il Mis non vuole staccare la Sicilia dall’Italia. Noi vogliamo liberare la nostra terra, ma dai soprusi. I padri nobili dell’Autonomia hanno conquistato con l’intelligenza e con il sangue nella primavera del 1946 lo Statuto e ancora aspettiamo invano che venga attuato. Abbiamo la soluzione a tutti i nostri problemi e abbiamo il diritto di combattere perché questo obiettivo venga raggiunto”.
A quali parti dello Statuto si riferisce in particolare?
“Ovviamente di vitale importanza sono gli articoli 37 e 38, quelli di natura più squisitamente economica la cui applicazione fermerebbe lo scippo delle nostre risorse economiche da parte delle lobby nazionali. Potrei dirle anche che è fondamentale il ripristino dell’Alta corte, che con un colpo di mano, è stata “sepolta viva” come diceva Giuseppe Alessi. Le sue funzioni erano importantissime per la salvaguardia della Sicilia. Ma, in realtà, tutto lo Statuto deve essere applicato, nella sua interezza.
Eppure il Mis a volte è considerato anacronistico.
Solo perché non lo si conosce, oppure perché viene screditato dagli ascari e dai poteri forti che non hanno nessun interesse che la Sicilia si riappropri della propria storia e delle proprie ricchezze”.
Adesso lei si candida al consiglio comunale di Palermo. Nelle liste del governatore Raffaele Lombardo. Perché questa scelta?
“Certo non mi potevo candidare con i partiti nazionali, responsabili dello sfacelo della Sicilia. Il Mpa, al di là di ogni valutazione sul governo e su singoli esponenti, è l’unico partito che ha riportato in auge i temi dell’Autonomia. Questo è innegabile e quindi è una scelta obbligata. Ma il nostro resta un movimento trasversale. C’è da considerare anche che con le leggi vigenti, ovvero, lo sbarramento del 5%, è necessario candidarsi con un lista che superi tale sbarramento”.
Ma cosa può fare dal consiglio comunale di Palermo rispetto a questi temi?
“Sta scherzando? Portare nel cuore di ogni singola istituzione la questione siciliana è l’unico modo per vincere la nostra battaglia, che poi è la battaglia del popolo siciliano. Scendere in campo concretamente significa impegnarsi in prima persona e cambiare il sistema da dentro, in maniera democratica. Inoltre, mi batterò perché questi temi trovino spazio nelle scuole. Non voglio che i ragazzi crescano come noi. A scuola non ci hanno insegnato nulla della storia siciliana e questo spiega perché ancora oggi tanti siciliani non sanno delle ingiustizie che hanno subito e che continuano a subire. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica, modificare una cultura politica, e dare il buon esempio con battaglie che interessano i siciliani”.
Insomma bastano una donna e un tamburo per fare la rivoluzione?
“Tante donne, tanti giovani, tanti siciliani, per una rivoluzione pacifica che è innanzitutto culturale. Non a caso il Mis continua a fare proseliti. Penso che i tempi stiano maturando. E sempre più gente si avvicinerà grazie al nostro impegno concreto”.
Qual è la prima cosa che farà per Palermo?
“La riqualificazione di Mondello è un must. Servono fognature, parcheggi, collegamenti. Palermo è una delle poche città europee che non ha saputo valorizzare la sua zona di mare, e questo non è più tollerabile. Comincerò da lì. Ho già un programma preciso e presto avvieremo una raccolta di firme per dimostrare quanto questo problema sia sentito dai palermitani”.


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