La giusta protesta della nostra Isola

da Giuseppe Scianò, Corrado Mirto e Giovanni Basile,
rispettivamente, segretario, presidente e delegato alla comunicazione del Fronte nazionale siciliano
riceviamo e volentieri pubblichiamo

L’EQUAZIONE, diffusa recentemente dalla COLDIRETTI ed in base alla quale “… un litro di benzina verde alla pompa costa 23 chili di arance (mentre) a Rosarno, dove (le arance) vengono pagate ai produttori agricoli appena 8 centesimi il chilo, somma del tutto insufficiente per coprire i costi di produzione e raccolta”, ci obbliga – mutatis mutandis – a fare analoghe considerazioni con la situazione che si è venuta a creare in Sicilia. Peraltro con molte aggravanti.
Mentre si alza il prezzo dei carburanti, infatti, è al colmo della crisi quell’antico e glorioso settore produttivo dell’economia siciliana che è rappresentato dalla AGRUMICOLTURA, grazie anche alle importazioni di ARANCE che l’Unione Europea ha avuto la “bontà” di autorizzare dal Marocco e da altri Paesi del Nord-Africa.
Avviene, cioè, che la SICILIA, che è PRODUTTRICE e RAFFINATRICE di PETROLIO, ricavi tutti i DANNI derivanti dal PETROLCHIMICO e non ne ricavi alcun vantaggio.
Avviene anche che le produzioni agricole tipiche siciliane, che meriterebbero di trionfare sul mercato internazionale (se opportunamente sostenute), si trovino penalizzate quasi quanto quelle alle quali faceva riferimento, appunto, il “sindacato” di categoria. Da qui le RICADUTE in negativo in termini di occupazione, di inflazione, di arretramento dell’economia siciliana, di desertificazione del territorio, eccetera. Insomma: un fenomeno di RETROCESSIONE a catena, al quale NON si pone rimedio.
Il tutto mentre nei “Palazzi” della politica politicata si discute prevalentemente di lottizzazioni e di spartizioni del “BOTTINO”.
Stiano attenti, però, i proprietari e gli inquilini di quei “palazzi”! …. Il Popolo Siciliano è stanco. Anzi è disperato! Non ne può proprio più. E le grandi manifestazioni popolari, verificatesi in questi ultimi mesi ed ancora in corso (come quelle dei FORCONI), sono “SEGNALI” significativi di un insopportabile, diffuso, malessere. E soprattutto sono “SEGNALI” inequivocabili di una “PROTESTA” che non tornerà più indietro, perché nata dal profondo del cuore, dell’animo e della mente dei Siciliani che non hanno né perso né svenduto la propria dignità!

 

 


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