Raffinerie, forse scatta l’ora x

Se ne parla da un mese e forse più. Ma, ogni volta, l’appuntamento viene rimandato. Forse per tatticismo. O forse perché i ‘Forconi’ sanno che l’occupazione delle raffinerie di petrolio dislocate nella Sicilia orientale si annuncia come una sorta di attraversamento del Rubicone: una volta occupate non si può più tornare indietro. Stamattima, però, dovrebbe essere arrivato il momento di romperere gl’indugi. A meno che non intervengano novità dell’ultimo momento dovrebbe scattare l’accerchiamento di due raffinerie di Priolo, la Erg e la Esso.
E’ il programma d’azione che Mariano Ferro, leader dei ‘Forconi’, ha illustrato al nostro giornale la scorsa settimana: lunedì 6 marzo grande manifestazione di popolo a Palermo; lunedì sera presidio di Palazzo Reale, la sede del parlamento siciliano. Dialogo serrato con le forze politiche e, giovedì mattina – cioè oggi – al via con l’occupazione pacifica di due raffinerie.
Del resto – lo insegna la vicenda dei No Tav, il grande movimento popolare contro i truffatori dell’Alta velocità – in Italia, soprattutto da quando le grandi banche hanno sostituito la politica, l’unico modo per farsi ascoltare sono le proteste di piazza. Pacifiche, ma di piazza. E, in effetti, anche i ‘Forconi’ i risultati, grazie alle proteste di piazza, li stanno cominciando ad ottenere.
Ieri la politica siciliana ha lanciato segnali di disponibilità verso il Movimento. Il gruppo parlamentare dell’Mpa ha già pronto il disegno di legge sulla riforma delle esattorie. Mentre l’’Udc di Giampiero D’Alia – soprattutto sul fronte dell’agricoltura – fa sapere senza mezzi termini che le rivendicazioni dei ‘Forconi’ sono in larga parte sacrosante e condivisibili. Su questo fronte si registra una bella battaglia politica condotta dal gruppo parlamentare dell’Udc e, in particolare, dalla capogruppo, Giulia Adamo (nella foto a destra) sulla gestione del Piano di sviluppo rurale (Psr).
Fino ad oggi il Psr è stato gestito con modalità, come dire?, piuttosto disinvolte. Grazie anche a un’alta burocrazia – con riferimento ai dirigenti generali – che non risponde più ai criteri di imparzialità, ma risponde solo, al contrario, ai criteri di parzialità partitica, i fondi del Psr sono andati ai ‘giovani’ imprenditori. Un modo per fregare le aziende agricole siciliane – che infatti sono in crisi- e per riempire di soldi soggetti che, in molti casi, nulla hanno a che vedere con l’imprenditorialità agricola.
Contro questa gestione l’Udc siciliana, con in testa la capogruppo Adamo, sta conducendo una battaglia politica. Per evitare che questi soldi – parliamo di circa 2,3 miliardi di euro – finiscano nelle tasche dei soliti ‘amici’ che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura. Per l’Udc, invece, le risorse del Psr debbono andare a sostegno degli agricoltori. Cosa, questa, che è chiesta proprio dai ‘Forconi’.
Ma, a parte il disegno di legge sulle esattorie (che è solo un disegno di legge, importante, ma ancora da trasformare in legge e poi da applicare: cosa, questa, importante, perché uno dei ‘vezzi’ truffaldini del governo Lombardo è quello di non applicare le leggi approvate dall’Ars: cosa che ha fatto con la legge regionale in sostegno di agricoltori e pescatori approvata da Sala d’Ercole alla fine dello scorso anno e tenuta i ‘frigorifero’ dall’assessore regionale Elio D’Antrassi che, abituato, da commerciante di agrumi, a tenere le arance in frigorifero, ha deciso di tenere al ‘fresco’ anche la legge in sostegno di agricoltori e pescatori), i ‘Forconi’ non debbono mollare la resa: da qui l’avvio dell’occupazione delle raffinerie annunciata per oggi.

 


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Se ne parla da un mese e forse più. Ma, ogni volta, l’appuntamento viene rimandato. Forse per tatticismo. O forse perché i ‘forconi’ sanno che l’occupazione delle raffinerie di petrolio dislocate nella sicilia orientale si annuncia come una sorta di attraversamento del rubicone: una volta occupate non si può più tornare indietro. Stamattima, però, dovrebbe essere arrivato il momento di romperere gl’indugi. A meno che non intervengano novità dell’ultimo momento dovrebbe scattare l’accerchiamento di due raffinerie di priolo, la erg e la esso.

Se ne parla da un mese e forse più. Ma, ogni volta, l’appuntamento viene rimandato. Forse per tatticismo. O forse perché i ‘forconi’ sanno che l’occupazione delle raffinerie di petrolio dislocate nella sicilia orientale si annuncia come una sorta di attraversamento del rubicone: una volta occupate non si può più tornare indietro. Stamattima, però, dovrebbe essere arrivato il momento di romperere gl’indugi. A meno che non intervengano novità dell’ultimo momento dovrebbe scattare l’accerchiamento di due raffinerie di priolo, la erg e la esso.

Se ne parla da un mese e forse più. Ma, ogni volta, l’appuntamento viene rimandato. Forse per tatticismo. O forse perché i ‘forconi’ sanno che l’occupazione delle raffinerie di petrolio dislocate nella sicilia orientale si annuncia come una sorta di attraversamento del rubicone: una volta occupate non si può più tornare indietro. Stamattima, però, dovrebbe essere arrivato il momento di romperere gl’indugi. A meno che non intervengano novità dell’ultimo momento dovrebbe scattare l’accerchiamento di due raffinerie di priolo, la erg e la esso.

Se ne parla da un mese e forse più. Ma, ogni volta, l’appuntamento viene rimandato. Forse per tatticismo. O forse perché i ‘forconi’ sanno che l’occupazione delle raffinerie di petrolio dislocate nella sicilia orientale si annuncia come una sorta di attraversamento del rubicone: una volta occupate non si può più tornare indietro. Stamattima, però, dovrebbe essere arrivato il momento di romperere gl’indugi. A meno che non intervengano novità dell’ultimo momento dovrebbe scattare l’accerchiamento di due raffinerie di priolo, la erg e la esso.

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