Faraone contro i poteri forti (e fratricidi) del Pd

E’difficile non comprendere la ragioni di Davide Faraone, candidato sindaco di Palermo del centrosinistra. L’unico iscritto al Pd che il partito ha deciso di snobbare.
Come sappiamo, il segretario nazionale Pierluigi Bersani, si è schierato (almeno così pare) con Rita Borsellino, leader del movimento Un’Altra storia. Mentre il capogruppo all’Ars, Antonello Cracolici e il senatore Beppe Lumia, pur di tenere in vita il loro “inciucio” con il governatore Lombardo e quel che resta del Terzo polo, si sono schierati con l’ex Idv, Fabrizio Ferrandelli, che alla faccia del rinnovamento e della riscossa dei giovani, ha accettato l’alleanza con i maggiori sponsor dell’attuale governo siciliano (un ‘alleanza rifiutata sia dalla Borsellino che da Faraone).
Non c’è da sorprendersi dunque se Faraone grida all’ingiustizia. Lo ha fatto quando ha denunciato il Pd nazionale, reo a suo dire, di avere pagato la campagna elettorale per le primarie alla Borsellino (come vi abbiamo raccontato in questo articolo), e lo ha fatto con il sindaco di Firenze,  Matteo Renzi, il rottamatore del Pd, che a Palermo ha parlato della sfida di Faraone all’establishment del suo partito come di uno straordinario atto di coraggio (come “Davide contro Golia” ha detto Renzi).
E Faraone torna a tuonare anche oggi. Nel corso di un incontro con la stampa, convocata nel giorno in cui Bersani arriva nel capoluogo siciliano in sostegno della Borsellino, spiega perché non sarà l’ ad accogliere il leader del suo partito: “Non parteciperò alla manifestazione perché in questa partita palermitana delle primarie, ti sei tolto la maglia di arbitro per fare il dodicesimo uomo in campo” dice in una lettera indirizzata al segretario nazionale e che sarà distribuita oggi al teatro Zappalà, dove si svolgerà la manifestazione pro-Borsellino. “Avevo fatto richiesta di imparzialità al mio partito, ma i vertici romani continuano a sostenere una candidatura mentre dall’altro lato ci sono candidature della cosiddetta società civile che non mi pare si sposti in autoblu”. Faraone si riferice a Cracolici e Lumia “seduti in prima fila alla manifestazione organizzata al Politeama da Fabrizio Ferrandelli”. E a proposito di Ferrandelli: “Sarebbe lui il candidato dei movimenti civici? Non mi pare che la gente comune si muova su quelle auto blu che sono arrivate in suo sostegno”. Ed erano tante, come vi abbiamo raccontato ieri.

Nella lettera a Bersani (che qui potete leggere per intero) Faraone aggiuge: “Tra chi è interessato solo all’alleanza con Lombardo e chi riproduce uno schema di alleanze deciso a Roma, chi ci rimette è la nostra città”.

Una cosa è certa: a Faraone non manca il coraggio. Basti pensare che, stretto dai poteri forti del suo partito, non ha esitato a parlare di un ritorno dei tempi di Lima, ma questa volta il riferimento non era alla Dc ma al Pd. Vale la pena rileggere le sue dichiarazioni raccolte in questo articolo: “Il Pd? Sembrano i tempi di Lima“. Un approccio che sembra coerente con la voglia di rompere con i vecchi schemi. Costi quel che costi, scegliendo di concentrarsi sulla gobba del proprio partito prima che su quella altrui.


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