Briguglio & Granata i ‘Lombardo-dipendenti

A Palermo si sta provando a mettere su un’operazione politica per rilanciare il centro. La candidatura di Massimo Costa a sindaco di Palermo, pur con tutti i limiti del personaggio che, forse, non è la migliore delle scelte possibili, dovrebbe andare in questa direzione. Ma stare al centro, puntare alla conquista del centro dello schieramento politico, significa, in primo luogo, moderazione e scelte ponderate. Ebbene, anche un osservatore distratto si occorge che ci sono due note stonate: la presenza di Lombardo e l’atteggiamento dei dirigenti siciliani di Futuro e Libertà. Di Lombardo parleremo nella nota serale di domani. Stasera proveremo ad esaminare le posizioni che i finiani dell’Isola hanno assunto nell’attuale fase politica.
A Roma, fino a prova contraria, il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini lavorano per dare autorevolezza al progetto di un grande partito moderato e riformista. Giustissimo trovare le convergenze anche con il Pd, soprattutto nel sostegno al governo Monti in un momento difficilissimo. Ma un conto sono le aperture nell’interesse del Paese, altra e ben diversa cosa sono le alleanze organiche con un partito di sinistra che, peraltro, sembra avere smarrito il contatto con la base, come dimostra l’ennesina sconfitta subita dalla segretaria nazionale a Genova, dove il candidato di Sel ha battuto il candidato di Bersani.
Davanti a due partiti che si vanno sfaldando – con riferimento a Pd e Pdl – il Terzo polo in via di costituzione dovrebbe attendere l’evoluzione degli eventi. Anche per capire quale sarà – con riferimento ai berlusconiani – la strada che intende percorrere Angelino Alfano, oggi ancora succube del Cavaliere.
In genere, chi proviene da una cultura politica moderata, ricorre agli strappi solo in casi eccezionali. Riflessione e moderazione sono le caratteristiche di chi opera al centro di uno schieramento politico. Ma riflessione e moderazione – inutile girarci attorno – non sembrano essere nelle ‘corde’ dei dirigenti di Futuro e libertà della Sicilia. Sarà la provenienza politica – una sorta di Dna che i vari Carmelo Briguglio e fabio Granata si portano dietro dagli anni in cui militavano nel Movimento sociale destra nazionale – sarà il carattere dei due personaggi, saranno magari le scelte che già potrebbero avere adottato, saranno tutte queste cose insieme, ma un fatto è certo: i toni che utilizzano sono quasi sempre ultimativi. Altro che moderazione!
Granata – e questa non è storia nuova – sembra un estremista di sinistra. Emulato, da qualche tempo a questa parte, anche da Briguglio. Si tratta, alla fine, di due moderati ‘aggressivi’: e questa, politicamente parlando, è una perfetta contraddizione in termini. Un atteggiamento che si riflette anche nelle opzioni politiche: ad esempio, con riferimento alla vicenda di Palermo, Briguglio e Granata sembrano dare per scontata la chiusura del candidato sindaco, Massimo Costa, verso il Pdl (cosa che lo stesso Costa ha smentito in un comunicato ufficiale un’ora dopo aver tenuto una conferenza stampa confusa, autocelebrativa e piuttosto vacua). Mentre il deputato regionale, Alessandro Aricò, vicino da sempre al parlamentare nazionale, Nino Lo Presti, dà per scontata la presenza di liste targate Mpa a sostegno di Costa nella corsa a sindaco.
Nei dirigenti di Futuro e libertà, insomma, non c’è molta moderazione: non ce n’è nei toni che utilizzano, che sono spesso sarcastici; e non ce nè soprattutto nelle opzioni che adottano, rigorosamente prive di problematicità politica. La sensazione è che i finiani di Sicilia, lungi dal lavorare per la creazione di un grande partito moderato, lavorino, al contrario, per bruciarlo sul nascere, ora ‘schiacciando’ il proprio partito sul governo Lombardo, ora non marcando alcuna differenza con il Pd siciliano di scuola ‘governativa’.

(foto di giuseppenicoloro.com)

 


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