Antonello Cracolici: è vera ‘gloria’?

Caro Giulio,

io non posso condividere l’opinione che ti sei fatto della politica di Antonello, né tanto meno l’idea che ne può diffondere l’attuale presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Palermo, Nadia Spallitta, che conosco pure di persona. La politica di Antonello degli ultimi anni è stata, secondo me, la politica giusta, l’unica possibile in difesa degli interessi della Sicilia e dei Siciliani. Poco meno di tre anni fa, mentre c’era la legge-bavaglio dietro l’angolo, si è aperto uno durissimo scontro all’interno del centrodestra alla Regione. Alfano, Castiglione e Cuffaro (nella foto a destra), con la regia di Berlusconi volevano cacciare l’attuale Presidente per indire elezioni anticipate e proporre un candidato direttamente nominato da Berlusconi che era al suo apice di popolarità. Il Pd decise di non consentire questo.
Dopo i “cannoli” di Totò Cuffaro, infatti, il centrodestra aveva vinto a mani basse arrivando nell’Isola al suo massimo storico. Inserendosi nelle contraddizioni del Centrodestra, il Pd decise di sostenere Lombardo ed impedire elezioni anticipiate che avrebbero richiuso la spaccatura all’interno del Pdl a vantaggio di Berlusconi. E secondo me fece bene. Le elezioni regionali svoltesi nella primavera del 2010 furono infatti una grave disfatta per la sinistra e sicuramente avremmo perso anche qui. Chi a sinistra le chiedeva, cioè Orlando e la sinistra tipo SEL, non erano interessati tanto a mandare a casa il Pdl quanto ad eleggere qualche deputato all’Ars, infischiandosene del resto… Erano interessati solo a qualche poltrona all’Ars in cui spedire qualche personaggio che poi, come Aulicino o Scilipoti magari avrebbe fatto il salto della quaglia…
Cosa è successo poi? La lesione all’interno del centrodestra si è allargata ed è risalita fino a Roma e Fini ha trovato nella sponda “siciliana” un puntello essenziale alla propria decisione di abbandonare il PDL e fondare FLI… Poi sappiamo quello che è successo. Il Pd grazie ad Antonello ha abbandonato la scelta di intendere la propria forza all’Ars in funzione di una testimonianza, arroccandosi sull’Aventino, ma ha deciso di usare la propria forza parlamentare per ACUIRE le contraddizioni del centrodestra, spappolandolo in mille pezzi. E secondo me fece bene.
Politica di ‘Palazzo’? Sì, certamente, ma bisogna saper fare anche quella. E cosa è se non politica di ‘Palazzo’ quella di chi propone oggi l’accordo con Alfano per tornare al Mattarellum? Non è politica di ‘Palazzo’ anche quella? Adesso entra in gioco la seconda parte del ragionamento che muove dalla prima e ne è figlia.
La Sicilia negli ultimi vent’anni si è trovata in una situazione abbastanza difficile. Quando ha vinto il centrodestra al Governo c’è stata la Lega, che essendo determinante è sempre stata in grado di frustrare qualsiasi politica di attenzione per il Sud e la Sicilia. Quando c’è stata la sinistra, non avevamo alcun deputato siciliano (a parte Lumia che vinceva nel collegio di Termini), solo un paio di senatori che sostenevano la maggioranza a causa di quello che Antonello chiama giustamente il 61 a 0. Io sono stato dirigente nazionale degli ambientalisti dei Ds e credo di conoscere abbastanza bene certe dinamiche: anche all’interno del centrosinistra c’è un equilibrio geopolitico che inevitabilmente risente dei rapporti di forza elettorali. Noi non possiamo pensare che gli emiliani siano animati da sentimenti per così dire meridionalistici, né tanto meno i piemontesi. Anna Finocchiaro è anche brava in televisione, ma non è in base a questo che si fanno le scelte strategiche.
Io invito tutti a riflettere ad esempio sulla differenza di prezzo che c’è tra un immobile a Palermo e a Milano o tra Bologna e Cosenza. Il differenziale di posizione è pauroso e ciò deriva dal fatto che al Nord c’è molto più capitale mobilizzato e questo provoca la differenza di prezzo sugli immobili. Spostare risorse finanziarie dal Nord al Sud potrebbe avere conseguenze sfavorevoli sui capitali già immobilizzati al Nord e, tra questi, anche quelli delle cooperative e questo può servire a spiegare le dinamiche che spingono le decisioni di Bersani e del Pd.
Nonostante questo, Antonello è giustamente convinto che solo un Governo di Centrosinistra può affrontare con adeguati strumenti i problemi del riequilibrio Nord Sud. Ma sa anche che per attuare politiche del genere la precondizione essenziale è che la Sicilia abbia una compagine di deputati e Senatori di cui non si possa non tenere conto nelle decisioni importanti del centrosinistra e, dall’altro lato, che quest’ultimo conquisti il Governo della Regione con una solida maggioranza. Ritiene che, considerato il corpo elettorale che ha a disposizione, per fare questo sia necessario sfruttare le divisioni nel campo avversario e trovare un’intesa con le aree moderate della Sicilia che sono rimaste deluse dalle politiche leghiste sostenute dal centrodestra prima che questo si ricomponga e, considerata l’intesa sulla legge elettorale illustrata da Luciano Violane che riproporrebbe il “Mattarellum” e che suona come un invito proprio a questa ricomposizione, secondo me ha perfettamente ragione.

Raffaele Bonafede

Caro Raffaele,

pur non pensandola come te ho sempre il piacere di ospitare i tuoi interventi. Ti riconosco buona fede e onestà intellettuale. Ma, come spesso mi capita, non sono d’accordo sulla tua analisi che, peraltro, si tiene ben alla larga dai ‘risultati’ ottenuti dal governo regionale  in quasi anni di presenza del Pd, più o meno velata, in giunta.
Cominciamo con il ruolo di Cracolici. Che è stato abile a infilarsi nelle ‘fratture’ interne al centrodestra, ma non a provocarle. Ti ricordo che, nel 2008, un’ora dopo la condanna di Totò Cuffaro, tutti sapevamo che Gianranco Miccichè avrebbe preso il suo posto a Palazzo d’Orleans. Se questo non è avvenuto è perché lo stesso Miccichè ha fatto di tutto per non farsi designare dalla sua parte politica a candidato alla guida della Sicilia.
Ti ricordo che Miccichè, qualche giorno dopo la condanna di Cuffaro, di certo poco lucidamente, ha cominciato ad attaccarlo. Visto che sarebbe stato il suo probabile successore, era anche giusto prenderne le distanze. Ma non umiliarlo come ha fatto lui, definendolo il “presidente dei cannoli”. Anche perché ricordo che Cuffaro e Miccichè sono stati alleati dal 1996 sino al 2008, a parte la piccola parentesi dell’Udeur.
Miccichè, con le sue dichiarazioni poco lungimiranti, si è giocato la presidenza della Regione. Lombardo – te lo ricordo – viene indicato da Cuffaro in contrapposizione a Miccichè che si catapulta a Roma per convincere Berlusconi a forzare per la sua candidatura in Sicilia. Ma Berlusconi trova un muro. E non è solo Cuffaro a dire “no” a Miccichè: è tutto lo stato maggiore del Pdl siciliano che dice “no” a Miccichè presidente della Regione. Un “no” a Miccichè, del resto, che oggi il Pdl continua a confermare.
A questo punto Miccichè cambia strategia. E si allea con Lombardo contro i suoi compagni di partito. E sono Lombardo e Miccichè insieme che decidono di utilizzare Cracolici per mettere fuori gioco l’ala del Pdl ‘nemica’ dello stesso Miccichè. Cracolici, come vedi, non determina nulla.
Cracolici comincia a contare di più quando Lombardo – abilissimo nella tattica quanto scadente come amministratore della cosa pubblica – decide di sbarazzarsi di Miccichè. L’anno in cui Lombardo, Miccichè e Cracolici sono stati insieme al governo ha consentito allo stesso Cracolici di tirare dalla propria parte la maggioranza del gruppo parlamentare e la maggioranza dell’Assemblea regionale del Pd (quella che ieri, per intendersi, ha firmat la mozione di sfiducia al segretario regionale del partito, Giuseppe Lupo). Ma stai attento: quello di Cracolici non è un grande progetto politico: è solo gestione del potere allo stato puro, tra formazione professionale, gestione dell’energia (con qualche ‘incidente’, come tutti sappiamo, isolato e ‘insabbiato’ dal contesto che rimane quello che è) e clientelismi vari.
Quello che manca nella tua analisi è l’attività di governo. In tre anni avremmo dovuto avere cambiamenti radicali, per esempio, nella gestione dell’acqua. Conosco bene Cracolici e so che, a differenza, ad esempio, di Lumia – spregiudicato fino al midollo, forse perché sicuro delle ‘protezioni’ di cui ha sempre goduto e continua a godere – non è uno che approfitta. Però i risultati politici e amministrativi del governo Lombardo sono disastrosi.
Guarda che sta succedendo nella gestione dell’acqua. Un referendum ha stabilito che anche la gestione – oltre che la proprietà – deve essere pubblica. Invece in Sicilia i privati fanno il bello e il cattivo tempo. E la sinistra di Cracolici che fa? L’Assemblea regionale del Pd trova normale tutto questo? Possibile che un partito di sinistra che sta al governo in Sicilia ignora quello che sta succedendo nella gestione idrica?
Ad Agrigento il Tribunale ha condannatol’ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto (collaboratore del nostro giornale), che ha la sola ‘colpa’ di avere denunciato una mega truffa ai danni dei Comuni dell’Agrigentino. Il risultato è che, grazie a una strana inchiesta, Petrotto è stato costretto alle dimissioni. Messo da parte Petrotto, gli eredi di Filippo Salamone – non so se sai di chi sto parlando – gestiscono oggi l’acqua in provincia d Agrigento! Tutto questo è semplicemente incredibile! Ed è incedibile che succeda con il Pd al governo!
Di più: Girgenti Acque – questa la società privata che gestisce il servizio idrico ad Agrigento – è stata ‘insignita’ con un finanziamento di oltre 50 milioni di euro di fondi europei da parte dell’attuale governo regionale. Il tutto in forza di un accordo con il Pdl di Alfano, che ad Agrigento comanda. Io mi auguro che questo finanziamento venga revocato. ma, ripeto, è semplicemente incredibile che tutto questo avvenga con il Pd in giunta!
E poiché stiamo parlando di Agrigento – provincia della quale sono originario – t ricordo un altro atto di governo che Cracolici non mi pare abbia combattuto. Parlo della multinazionale Nestlè che si è, di fatto, impadronita, grazie alla Regione, di buona parte delle acque dei monti Sicani. Anche questa è una storia incredibile. L’acqua di sorgente che dovrebbe essere erogata gratuitamente agli agrigentini gli viene invece venduta. Ti sembra serio?
E non voglio affondare il ‘coltello’ nella formazione professionale. Raffaele, diciamo la verità: ma tu, dal professore Mario Centorrino, assessore regionale alla Formazione professionale, ti aspettavi di vedere certe ‘pastette’? Mille e 600 soggetti chiamati a fare formazione professionale! Mille e 600! Molti di questi enti, poi, sono perfettamente riconducibili alla politica. Enti che servono soltanto a finanziare la politica. Ti pare, anche questa una cosa seria?
Ultime due considerazioni. Non capisco perché metti in mezzo l’onorevole Armando Aulicino. Non lo difendo, perché Aulicino sa difendersi da solo. Io lo ricordo sindacalista della Cisl. Era un dirigente battagliero. Per quello che ricordo della Prima Repubblica in Sicilia, i democristiani più attenti alle questioni sociali erano quasi tutti di provenienza Cisl. Per carità, se parliamo della Cisl di oggi c’è da mettersi le mani ai capelli. Ma proprio Aulicino, peraltro sacrificato dalla lunga stagione cuffariana, non mi sembra il peggiore. Anzi. Chissà, magari la tua era una battuta. Ma siccome faccio il cronista politico da qualche anno – o da qualche decennio, adesso non ricordo – qualche cosa l’ho vissuta. E distinguo.
Sud e Nord. Non credo che il Sud possa essere difeso meglio dal centrosinistra rispetto al centrodestra. Penso che entrambi gli schieramenti politici, oggi, tendano a penalizzare il Sud.
Il Sud, a mio modesto avviso, deve “tornare all’opposizione”, per utilizzare una formula in voga negli anni ‘50 del secolo scorso. Ma questo èun altro tema che ci porterebbe lontano.

Giulio Ambrosetti

 


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