L’eugenetica attraverso i secoli

da Sikeloi
riceviamo ne volentieri pubblichiamo

Di recente, scendendo al cimitero, ascoltavo alla radio l’intervista all’autore di un recente libro sull’eugenetica, credo molto incentrato sulla storia della stessa, sui suoi episodi meno noti. Purtroppo, lungo la strada per il mare, c’è un tratto in cui la radio, la mia radio almeno, non prende. Ho potuto coglierne solo poche battute, ma molto interessanti. Ne ho tratto spunto.
Parlando di eugenetica, credo che a chiunque, anche a chi, come me, mastichi poco di storia, venga a mente quella nazista, ovvero l’insieme delle politiche sociali attuate dalla Germania di Hitler per il miglioramento della razza e rivolte a dissidenti, omosessuali, malati di mente, ebrei, zingari, testimoni di Geova e via dicendo.
Hitler sosteneva che la debolezza della nazione tedesca fosse da attribuire all’esistenza di “elementi degenerati”, che avevano compromesso la purezza della popolazione ed andavano quindi eliminati.
Si è stimato che ad Aktion T4, il programma per la soppressione e la sterilizzazione “controllata” di persone affette da malattie genetiche o da più o meno gravi malformazioni fisiche, debbano essere imputati non meno di 400 mila casi di sterilizzazione coatta e non meno di 70 mila casi di uccisione di disabili.
Nel corso della prima guerra mondiale, il 28 settembre 1918, Hitler fu ferito durante la battaglia di Cambrai-San Quintino, in Francia. Uno dei soldati inglesi, Henry Tandey, vedendolo ferito ed incapace di difendersi, con un gesto di grande umanità decise di risparmiargli la vita. Anni dopo, avrebbe dichiarato: “Non potevo sparare a un uomo ferito, così l’ho lasciato andare. Dio sa quanto mi dispiace averlo risparmiato!”. Come dargli torto!
Forse in pochi sanno, però, che il programma di eugenetica nazista si ispirò ad analoghi programmi di sterilizzazione coatta, attuati persino in America. A dire il vero, pare che già Platone sostenesse che “conviene che gli uomini migliori si accoppino con le donne migliori il più spesso possibile e che, al contrario, i peggiori si uniscano con le peggiori, meno che si può; e se si vuole che il gregge sia veramente di razza occorre che i nati dai primi vengano allevati; non invece quelli degli altri”!
Temi ripresi nella rinascimentale Città del Sole del frate domenicano (!) Tommaso Campanella, che immaginava precettori deputati alla combinazione dei matrimoni e un gran dottore della medicina preposto a vigilare sulla vita sessuale dei cittadini.
Ma sarà nella seconda metà dell’Ottocento che Francis Galton, cugino di Charles Darwin, teorizzerà i principi della “nuova” scienza: “l’eugenetica è lo studio degli interventi sotto controllo sociale che possono migliorare o compromettere le qualità razziali delle future generazioni sia fisicamente che mentalmente”!
Dalla fine dell’Ottocento, in gran parte dell’Europa occidentale e del Nord America vennero applicati provvedimenti di vario tipo a carattere eugenetico. I casi di sterilizzazione coatta sono stati stimati in oltre 600 mila, a cui vanno aggiunte misure di altra natura, quali il divieto di matrimonio tra “adatti” e “inadatti”. Negli Stati Uniti, la violazione delle regole sul matrimonio era punita con pene fino a 10 anni di reclusione! Negli Stati Uniti, il programma eugenetico di sterilizzazione è stato applicato su 60 mila individui e, in alcuni stati, è andato avanti fino alla fine degli anni Settanta. Del novecento, intendo. “Alcune persone sono nate per essere un peso per altri”, questo il motto dell’Eugenics American Society!
Lo stesso presidente Roosevelt sperava “ardentemente che agli uomini disonesti venga impedito del tutto di procreare. E’ importante che solo la brava gente si perpetui”.
Tra i grandi sponsor, Alexander Graham Bell, per anni ritenuto l’inventore del telefono. In virtù della sua molteplice nazionalità (scozzese per nascita, americano e canadese per acquisizione), egli potrà anche essere inserito nella lista dei 100 più grandi britannici, in quella dei 100 più grandi americani e tra i primi dieci canadesi, avrà senz’altro avuto grandissimi meriti, ma fondamentalmente, per me, rimane … un impostore!
Bell è stato considerato per lungo tempo l’inventore del telefono. Ma lo stesso parlamento statunitense, nel 2002, ha sancito che il vero inventore fu Antonio Meucci. In realtà, Meucci semplicemente non aveva i soldi per il deposito del brevetto, ma solamente per il caveat, una sorta di pre-brevetto, da rinnovare annualmente. Nel 1876, dopo la scadenza dell’ultimo caveat di Meucci, Bell depositò il proprio brevetto. Meucci darà battaglia in tribunale, ma perderà e morirà povero.
Altri hanno sostenuto e sostengono che l’invenzione del telefono vada attribuita a Elisha Gray, un ingegnere statunitense. Egli inventò il telefono a induzione magnetica e nel 1876 ne diede anche prova pubblicamente. Sfortunatamente per lui, Alexander Graham Bell lo brevettò 2 ore prima! E poco importa che il suo, di prototipo, non funzionasse…
Ora, Meucci o Gray… voi come giudichereste Alexander Graham Bell? Egli fu ironicamente chiamato anche “il padre della sordità”, in virtù della sua credenza nell’eugenetica e della sua speranza di riuscire, un giorno, a sradicare la sordità!
In aggiunta alla loro sterilizzazione, Bell voleva si vietasse ai sordi di avere insegnanti sordi e si adoperò affinché fosse reso fuori legge il matrimonio fra sordi!
E da noi? Beh, grazie a Dio, non possiamo lamentarci. Un nome per tutti: Marco Ezechia Lombroso, che successivamente cambierà il proprio nome in Cesare. Ecco, già non sopporto che abbia dovuto assumere un nome a me caro! Alla fine dell’Ottocento, il criminologo Lombroso arrivò, quasi in parallelo, alle stesse conclusioni di Galton sulla degenerazione umana. E per essa la cura non poteva che essere drastica, carcere duro e pena di morte: “E’ lecito ricorrere a quell’eliminazione dei più dannosi che fu l’origine del perfezionamento degli esseri, secondo le leggi di selezione nella lotta per la vita, formulate da Darwin”.
Sostanzialmente, per Lombroso, criminali si nasce. Ed il comportamento criminale è già insito negli stessi lineamenti anatomici! Dal 1870, si concentrò sullo studio dell’antropologia, dei pazzi e dei criminali. Suo inconsapevole ed involontario collaboratore fu Giuseppe Villella, settantenne pluripregiudicato calabrese, altresì sospettato di brigantaggio. Le anomalie autoptiche riscontrate, la fusione congenita dell’occipite con l’atlante, alla base del cranio, ed altre deformazioni delle ossa craniche, lo indussero a considerarle come strettamente correlate alle inclinazioni criminali dell’individuo, divennero il fondamento della sua “Teoria dell’uomo delinquente”. Dove si legge: “Il criminale è un essere atavistico che riproduce sulla propria persona i feroci istinti dell’umanità primitiva e degli animali inferiori».
Lombroso verificò la forma e misurò le dimensioni del cranio di molti briganti uccisi e portati dal Meridione d’Italia in Piemonte, desumendone che i tratti riscontrati portavano indietro all’uomo primitivo. Egli non si limitò, però, al cranio. Considerando l’insieme del corpo umano, arrivò a sostenere che il “delinquente nato” ha generalmente testa piccola, fronte sfuggente, zigomi pronunciati, occhi mobilissimi, sopracciglia folte e ravvicinate, naso torto, eccetera. Le sue conclusioni, oggi, sono state (fortunatamente) confutate.
Da un punto di vista metodologico, i suoi studi peccano di esiguità e di significatività dei dati. Inoltre, la “Teoria dell’uomo delinquente” fu formulata anche e soprattutto a scopo ideologico, per condannare gli episodi di insofferenza e di ribellione che caratterizzavano tutto il Mezzogiorno dell’Italia postunitaria.
Ora, io non mi sento, non credo di essere razzista, né sono mai stato incline a forme estreme di condanna. Cerco di fare del rispetto dell’altro e delle altrui opinioni, anzi, un caposaldo del mio modo di comportarmi. Ci provo, almeno, magari non sempre ci riuscirò.
Tuttavia, parafrasando la sentenza numero 292 del 2 maggio 1927 emessa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, in realtà favorevole alle sterilizzazioni quali strumento di regolazione demografica, ritenute utili dal punto di vista medico e lecite dal punto di vista morale, 2… è meglio per tutto il mondo che, invece di aspettare di sopprimere la progenie degenerata per la sua criminalità, o di farla morire di fame per la sua imbecillità, la società possa impedire a coloro che sono chiaramente malati di continuare la propria stirpe. […] Tre generazioni di imbecilli sono già abbastanza …”, parafrasando tale sentenza, dicevo, così come comprendo il vivo rammarico del soldato inglese Henry Tandey, per aver risparmiato la vita a Hitler ferito, devo anche confessare che, nel caso di Marco Ezechia Lombroso e di qualcun altro, un pizzico di eugenetica sterilizzazione preventiva non l’avrei disprezzata! Diciamo pure che sarebbe cascata a fagiolo!

 


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