Palermo, centrosinistra tra unità e ambiguità

L’accordo raggiunto stasera nel centrosinistra di Palermo per la celebrazione delle elezioni primarie il prossimo 4 marzo – tutti (o quasi) candidati, compresi Leoluca Orlando e Rita Borsellino – può essere visto da diverse angolazioni. C’è chi la vede alla luce dell’ultima parte del breve documento stilato dai partiti di questo schieramento politico (PD, Idv, Sel, Verdi, Prc-Federazione della Sinistra e i rappresentanti del cartello dei movimenti “Per Palermo è Ora”), là dove si impone ai candidati il ‘no’ ad “accordi ed alleanze con i soggetti politici che si sono resi responsabili del disastro economico e sociale della città negli ultimi dieci anni e della mortificazione dei diritti di cittadinanza dei Palermitani”. Formula ambigua, perché non si capisce se tra questi soggetti politici ci sia, ad esempio, l’Mpa del presidente della Regione, Raffaele Lombardo e, in generale, il Terzo polo (quindi Udc, Fli e Api).
Poi c’è una seconda angolazione. Per come si erano messe le cose, con Fabrizio Ferrandelli che, in poche ore, aveva raccolto circa 6 mila firme per candidarsi alle primarie del centrosinistra (con l’appoggio di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia, cioè con la ‘benedizione’ dell’ala del Pd favorevole alll’accordo con Lombardo pronto, da parte sua, naturalmente sotto banco, a sostenere lo stesso Ferrandellli), si pensava che, in un modo o nell’altro, Orlando e Rita Borsellino avrebbero trovato un accordo. Uno dei due avrebbe dovuto fare un passo indietro. Invece, a quanto sembra di capire, nessuno de due avrebbe fatto il passo indietro. E così sono tutt’e due candidati alle primarie.
Live Sicilia
dà per scontato che Ferrandelli non possa partecipare alla primarie. Forse perché un candidato Italia dei Valori ce l’ha già: Orlando, per l’appunto. Ciò non significa, però, che Ferrandelli è stato tolto di mezzo. Se due più due fa quattro, può sempre candidari a sindaco al primo turno. Da indipendente. E magari può sempre essere appogiato da Lumia e da Cracolici. E anche dal Terzo polo. Non essendo candidato del centrosinistra, può sempre fare accordi con Udc, Fli, Mpa di Lombardo e anche con Cracolici e Lumia.
In pratica – se la chiave di lettura è questa – lo scontro tra il candidato che risulterebbe vincitore tra Orlando e Rita Borsellino (le primarie dovrebbe vincerle uno dei due) e Fabrizio Ferrandelli non si presenterebbe più alle primarie, ma direttamente alle elezioni (partendo dal presupposto, ovviamente, che Ferrandelli non partecipi alle primarie: cosa, questa, che è ancora da ufficializzare). Ovviamente, l’eventuale mancata partecipazione di Ferrandelli alle primarie del centrosinistra suonerebbe come un ridimensionamento di Cracolici e Lumia. Un ‘piatto freddo’ che il segretario regionale del partito, Giuseppe Lupo, avrebbe ‘servito’ ai due sponsor del governo Lombardo (anche se le ‘geometrie’ di questo gioco – ammesso sempre che Ferrandelli rimanga fuori dalle primarie, sembra più il frutto di qualche ‘mente’ un po’più ‘navigata’ di Lupo, magari quella di Sergio D’Antoni). E non è certo un caso se Cracolici critica un po’ tutto l’impianto di questo accordo, con particolare riferimento alla chiusura del centrosinistra al Terzo polo. Lo stesso Cracolici, al quale forse bruciano un po’ i paletti anti-centristi, critica “l’arroccamento e l’autosufficienza”, ed evoca lo spettro del “61 a zero” del 2001. 
Che dire? Che questa unione del centrosinistra è segnata da ambiguità e confusione. Se Ferrandeli non dovesse partecipare alle primarie, le stesse primarie saranno un testa a testa tra Orlando e Rita Borsellino. Il vincitore di questo scntro non dovrebbe avere difficoltà a battere Ferrandelli.
Se, invece, lo stesso Ferrandelli verrebbe ammesso alle primarie, diventerebbe lui, automaticamente, il favorito: favorito – anche piuttosto nettamente – dallo scontro tra Orlando e Borsellino. Tra qualche ora, con mola probabilità, si saprà di più.

 

 


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