I Forconi: “Occupare i Comuni dell’Isola? Prima vediamo come finisce a Roma”

Noi ieri sera abbiamo dato, con il punto interrogativo, la notizia della possibile occupazione dei Comuni siciliani da parte dei protagonisti del Movimento dei ‘Forconi’. L’indiscrezione circolava ieri pomeriggio, dopo l’incontro, avvenuto a Palermo,  a Palazzo d’Orleans, tra i leader del Movimento e i dirigenti della presidenza della Regione (il presidente, Raffaele Lombardo, non si è fatto trovare, forse perché non se la sente di affrontare di persona gente che ha capito che lui, a Roma, non va per rappresentare al capo del governo nazionale, Mario Monti, i problemi e le richieste dei ‘Forconi’, ma per cercare di ‘acchiappare’ 600 milioni di euro per approvare il bilanco regionale).
Dopo il nulla di fatto di Palazzo d’Orleans tutti i leader sono partiti alla volta di Catenanuova dove si è svolta una grande riunione alla presenza dei rapprentanti dei ‘Forconi’ di tutte le nove province siciliane. Nel corso dell’assemblea è stata avanzata, da più parti, la proposta di occupare tutti i Comuni dell’Isola. La proposta è stata momentaneamente sospesa, non perché da respingere a priori, ma perché, come è stato più volte ribadito nel corso della riunione, è giusto attendere, prima di passare all’attacco, gli esiti degli incontri romani tra Lombardo e Monti.
Nel corso della riunione è stato posto un tema che si sintetizza nella seguente domanda: è giusto continuare a fidarsi di Lombardo, visto che il presidente, piuttosto che illustrare al governo nazionale le richieste dei ‘Forconi’, cerca di portare ‘a casa’ i 600 milioni di euro per il ‘suo’ bilancio? Non sappiamo che risposta è stata data a questa domanda e che cosa è stato deciso, perché non eravamo presenti. Ma sappiamo che le posizioni erano due.
La prima è quella di affiancare a Lombardo una delegazione, per mettere ‘sotto controllo’ il presidente della Regione. La seconda è quella di lasciare trattare Lombardo. Per un motivo semplice: perché Lombardo possiede già il documento con le richieste dei ‘Forconi’. Quindi non c’è bisogno di ‘accompagnamenti’.
Per sapere di più abbiamo chiesto ‘lumi’ a Franco Grupi, uno dei leader dei ‘Forconi’. Grupi, gentilmente, ci ha spiegato che la strategia non è cambiata. “E’ giusto aspettare i risultati del tavolo tecnico aperto a Roma – ci dice -. Vediamo cosa emergerà la prossima settimana. Noi abbiamo avanzato le nostre richieste. Ora aspettiamo le risposte. Siamo sereni ma determinati”.

– Occuperete i Comuni dell’Isola?

“Intanto abbiamo deciso di presidiarli in modo pacifico. Teniamo viva l’attenzione. Ci stiamo organizzando e strutturando. Per noi questa non è solo una battaglia politica. Noi lottiamo per la difesa della nostra dignità. Qui ci vogliono fare morire di fame. Ma noi non lo permetteremo. Lo ripeto: siamo determinati. E siamo tanti. Tantissimi. E sa perché siamo tantissmi? Perché noi siamo già tanti. Con le nostre mogli e i nostri figli al seguito diventiamo tantissimi”.

– E’ vero che ogni volta che organizzate una partenza gli autobus non bastano mai?

“Verissimo. L’ultima volta, a Paternò, non sapevamo dove mettere la gente. E non era, credetemi, una chiamata generale, con mogli e figli e nipoti. C’erano solo i padri di famiglia. E c’erano tre pullmann. Eppure un sacco di gente è rimasta fuori. Non c’erano più posti disponibili. Sa cosa significa questo?”.

– Cosa significa?

“Che ci sono tutti i presupposti per una rivoluzione”.

– Pacifica, ci auguriamo.

“Ci mancherebbe! Rivoluzione pacifica è il nostro motto. Noi l’abbiamo chiamata la ‘Primavera siciliana’. E siccome siamo abituati a fare le cose bene, siamo coscienti dei nostri limiti. Fino ad oggi c’è stata tanta partecipazione, ma anche un po’ di confusione. In questi giorni di calma ci siamo organizzati. Per bene. Il nostro augurio, ovviamente, è che il governo Monti capisca che noi non vogliamo morire di fame e accolga le nostre richieste. Se ciò avverrà noi saremo felici”.

– E se ciò non avverrà?

“Andremo avanti”.

– Con gli studenti come va?

“Bene. Abbiano spiegato loro come stanno le cose. Sono con noi. Hanno capito che noi stiamo lottando anche per dare un futuro a loro”.

– E’ vero che avete stretto un patto con pastori sardi?

“Solo con loro? La protesta è molto più estesa di quanto si pensi. Molte regioni del Sud sono allo stremo. Ma registriamo adesioni da tanti siciliani che vivono sparsi nel mondo: dal Belgio, dalla Germania, dagli Stati Uniti d’America. Uniti e determinati vinceremo”.

 


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