I dieci punti per rilanciare la Sicilia

Nel 2012 ci sarà la fine del mondo. Bene. Allora iniziamo a pensare a cosa fare dopo. Soprattutto per il nostro Paese: la Sicilia. Propongo pubblicamente una piattaforma politica in dieci punti semplici e chiari ed in parte provocatori. Voterò e mi batterò per quelle forze e movimenti politici che vorranno presentarla come programma generale elettorale e lottare politicamente e democraticamente per attuarla.

1) Fondi europei. La Sicilia chiederà ufficialmente all’Unione Europea di trasformare tutti i fondi assegnati per il 2007 – 2013 (che in realtà scadono nel 2015) e quelli eventuali successivi da fondi “A programma e progetto” a “Sostegno del Budget di tesoreria regionale” (ossia trasferimenti diretti nel budget dell’assessorato all’Economia della Regione siciliana, con potere esecutivo della Presidenza e del Dipartimento di Programmazione). Paesi vicini governati da sistemi autoritari, come la Tunisia di Ben Alì, hanno avuto dall’Unione Europa svariti miliardi di euro sotto forma di sostegno al budget di Stato. I tutto senza alcun pedante controllo sul come sono stati spesi. I fondi saranno finalmente sbloccati e spesi interamente entro i tempi previsti con un programma di vero sviluppo concordato con i partner sociali ed economici siciliani e quelli di rito europei e nazionali.

2) Riforma amministrativa. A fronte di questo la Sicilia s’impegna a riformare e razionalizzare la propria amministrazione a tutti i livelli con lo svecchiamento immediato delle posizioni-chiave della dirigenza regionale, a partire dalla direzione dei dipartimenti regionali (equivalenti a ministeri nazionali). Un programma di riforma amministrativa sarà preparato da un gruppo di lavoro che potrà avvalersi al proprio interno dei migliori giuristi, economisti ed esperti siciliani residenti in Sicilia ed emigrati in Italia e all’estero.

3) Politica energetica e ambientale. Un nuovo corso è necessario. Si parte dall’esigere royalties per la raffinazione di prodotti petroliferi ed ogni prodotto inquinante al fine di compensare i danni ecologici ed ambientali recati al territorio siciliano, a fronte di immense produzioni d’energia prodotte nel territorio dell’Isola e utilizzate da industrie fuori della nostra regione. Le industrie con sede legale ed amministrazione sul territorio siciliano saranno esenti dalle royalties o le avranno sensibilmente ridotte. L’Iva e le altre tasse su prodotti energetici al consumo (prima tra tutte la benzina) saranno direttamente versate nelle ‘casse’ dell’Agenzia delle Entrate Siciliana (AES), da costituire da zero e con personale esclusivamente siciliano o nato da genitori siciliani.

4) Riscossione tributi. La Sicilia riscuoterà in proprio tutti i tributi esigibili attraverso l’AES 8la già citata Agenzia delle Entrate Siciliane) e contribuirà al budget italiano compensando, su scala nazionale, per le regioni (ad esempio la Calabria) che mostrano un reddito ed un flusso di cassa di tributi annuale pro-capite minore di quello siciliano, manifestando ed attuando così la propria solidarietà nazionale. Irpef, IMU, IVA, etc., saranno tutte direttamente versate nelle ‘casse’ del Bilancio siciliano attraverso l’AES che soppianterà irrevocabilmente Equitalia e Serit. Tutti i debiti pregressi con Equitalia e Serit di residenti siciliani, anche se nati fuori dalla Sicilia, saranno unilateralmente azzerati.

5) Sviluppo, banche, finanze pubbliche. La Sicilia formerà, partendo dalle proprie banche di credito cooperativo, una propria banca di sviluppo (Banca Siciliana di Sviluppo , BSS), emettendo una raccolta di capitale tra i siciliani di tutto il mondo. Formerà anche una propria agenzia di sviluppo totalmente indipendente da analoghi istituti nazionali. La Banca di Sviluppo della Sicilia opererà come tutte le altre banche di sviluppo e di investimento, finanziando a progetto tutte le opportunità di investimento in partenariato con privati. I profitti dei prestiti saranno tutti reinvestiti in ulteriori cicli di sviluppo e in ricerca. L’Agenzia Sviluppo Della Sicilia (ASDS oppure SDV, cioè acronimo inglese di Sicilian Development Agency) sarà totalmente indipendente dall’Agenzia Sviluppo Italia e si occuperà di attrarre e mantenere investimenti produttivi e d’occupazione nel territorio dell’Isola, oltre a promuovere e sostenere lo sviluppo di Paesi terzi, soprattutto quelli dell’area del Mediterraneo. Parte del capitale della SDV sarà della Banca di Sviluppo Siciliana e degli istituti universitari e di ricerca siciliani. LA BSS coopererà in maniera organica con la SDA. La Sicilia, inoltre, formerà una propria commissione di controllo nei confronti dell’operato della Banca d’Italia, della BCE e degli organi di controllo delle transazioni di Borsa (la Consob). Tali istituzioni saranno finanziate inizialmente da una parte dei fondi europei destinati al sostegno del budget della Regione (il primo punto) e poi dai tributi riscossi direttamente dall’AES. Inoltre, la Sicilia formerà una propria commissione anti-trust per tutte le attività economiche e dell’informazione, e soprattutto del settore agroalimentare, al fine di lottare contro cartelli e monopoli ed assicurare libero mercato e competitività in tutti i settori-chiave dell’economia, comprese banche ed assicurazioni. In accordo con istituti di borsa internazionali, formerà una propria Borsa di scambi di titoli indipendente, o eventualmente in partenariato, o anche in concorrenza, con quella di Milano. La Sicilia inizierà ad emettere Buoni Pluriennali del Bilancio Siciliano (BPBS), collocati dalla Banca di Sviluppo Siciliana (BSS) sul mercato finanziario atti a finanziare progetti di sviluppo nel proprio territorio, eventualmente in cooperazione con partner pubblici (BEI, BERD, etc.) e privati a scala internazionale e soprattutto mediterranea. I BPBS saranno garantiti dalle entrate dirette delle imposte raccolte dall’AES e potrebbero eventualmente finanziare il deficit di bilancio laddove necessario con tetti di deficit e tempi prestabiliti. La Sicilia si riserverà di dichiarare unilateralmente nullo il debito pubblico italiano odierno in ragione della propria percentuale di popolazione nel contesto nazionale in rapporto al debito pubblico italiano stimato. Nel campo agroalimentare accetterà d’importare a basso prezzo derrate alimentari al fine di ridurre i costi di alimentazione per i consumatori siciliani, a patto che i Paesi importatori e le imprese che esportano in Sicilia attuino investimenti, produzioni e occupazioni paragonabili ai volumi esportati in Sicilia. La Sicilia dichiarerà unilateralmente nulla la politica europea agroalimentare attuale e rinegozierà il tutto con l’Unione Europea in base ai propri interessi. La Sicilia, inoltre, rimarrà nella moneta unica europea (Euro) finché ne avrà uguale dignità e nei propri interessi e quelli italiani ed europei. Altrimenti formerà nuovamente una propria zecca che batterà moneta in proprio ed una corrispondente Banca Centrale Siciliana indipendente dalla BCE e dalla Banca d’Italia.

6) Rapporti economici con Italia e Mondo. La Regione siciliana negozierà direttamente con propri rappresentanti aventi diritto di negoziatori nazionali i propri interessi economici in tutti i trattati di commercio internazionali, a partire da quelli gestiti dalla World Trade Organization (WTO, Organizzazione Internazionale del Commercio) e l’Unione Europea. Avrà inoltre facoltà di definire e di nominare Free-trade zones (porti franchi) anche con azzeramento totale delle imposte, in qualsiasi parte del proprio territorio senza rendere conto a nessuno. Al fine di compensare la presenza del governo siciliano a Palermo, le città di Catania e Messina saranno le prime ad essere dichiarate immediatamente porti franchi. La Confindustria Sicilia sarà totalmente indipendente da quella nazionale, con propri organi di rappresentanza e propri regolamenti ed amministrazione, potere decisionale, etc.

7) Lavoro, scuola, formazione, università e ricerca. La Sicilia formerà proprie agenzie d’impiego indipendenti da quelle nazionali che opereranno nel mercato del lavoro siciliano ed internazionale al fine di migliorare il mercato (incontro tra domanda e offerta di lavoro) e vigilare sul corretto funzionamento e rispetto dei contratti di lavoro i quali non saranno più negoziati dai sindacati su base nazionale ma su base regionale, anche al fine di attrarre investimenti e impiego nell’Isola. La Sicilia attuerà una propria politica indipendente d’immigrazione, con permessi di lavoro indipendenti da quelli italiani ed in accordo con le istituzioni europee e internazionali e basate su criteri di solidarietà, equità, diritto all’asilo, quote da Paesi europei e non europei bisognosi di rimesse d’emigranti, qualità lavorative e qualifiche degli immigranti. Per quanto riguarda la scuola, la Sicilia formerà una propria commissione di controllo dei programmi scolastici atta a ristabilire la realtà della storia d’Italia per quanto riguarda la Sicilia ed a lanciare un programma di riforma che comprenda l’attrazione di nuove risorse e l’internazionalizzazione come l’assunzione di docenti di lingua madre perl’80% degli insegnanti della lingua inglese ed analoghe iniziative. Rilancerà i poli universitari siciliani attraverso università pubblico-private, che opereranno insieme alla Confindustria Sicilia per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e l’integrazione ricerca-mondo produttivo. Il rilancio delle Università siciliane sarà uno dei progetti principali della SDA insieme alla BSS accedendo a finanziamenti BEI e BERD nel settore. Tramite la comunità dei siciliani in America, la Sicilia procederà alla creazione di poli d’alta tecnologia e IT in cooperazione con istituti di ricerca-guida degli USA.

8 ) Altri elementi fiscali. Il governo siciliano attuerà altri provvedimenti di politica fiscale e dei redditi, con proprie aliquote fiscali da definire, eque e legate ai redditi effettivi. Inoltre avrà facoltà di varare un proprio piano di “scudo fiscale” destinato a siciliani o figli di siciliani e impostato sul criterio di equità con l’obiettivo di attrarre capitali di siciliani oggi residenti all’estero e che vogliono investire in Sicilia con premi di creazione di posti di lavoro nell’Isola per imprenditori siciliani, italiani e stranieri in ragione dei posti di lavoro creati e mantenuti per almeno altri cinque anni dalla data dell’investimento.

9) Cultura e sport. La Sicilia formerà un proprio Fondo Unico per lo Spettacolo In Sicilia (FUSIS) finanziato direttamente dalle tasse riscosse dall’AES nell’Isola ed indipendente da quello italiano con una propria attività di promozione e sviluppo di prodotti artistici, artisti e manifestazioni siciliane, oltre al supporto a teatri ed enti siciliani che producono cultura. La Sicilia formerà un proprio Comitato Sportivo ed Olimpico Siciliano (CSOS) distaccato e completamente indipendente dal CONI. Formerà anche una commissione di vigilanza per garantire il corretto espletamento di tutte le attività sportive di società ed enti siciliani partecipanti a competizioni italiane e internazionali al fine di garantire il corretto espletamento degli stessi e segnalando e sanzionando eventuali episodi di razzismo e discriminazione con pene pecuniari direttamente riscosse dal CSOS nei confronti di società, istituzioni e persone, siciliane e non, che si siano rese responsabili di tali fatti. Il CSOS sarà finanziato da specifiche lotterie sportive (Totocalcio-Sicilia ad esempio) legate ai risultati delle compagini siciliane impegnate in competizioni nazionali e internazionali. La Sicilia formerà anche selezioni di atleti siciliani per competizioni internazionali amichevoli in tutti gli sport nei quali vorrà formarli. Parteciperà con i colori, la bandiera e l’inno siciliani, al fine di raccogliere fondi di solidarietà e beneficienza per i Paesi più poveri e promuovere la cultura e l’amicizia della nostra Isola nel mondo. Il CSOS proporrà altri progetti, come ad esempio l’istituzione di competizioni e trofei esclusivamente per compagini siciliane.

10) Difesa. La Sicilia rimarrà nel contesto dell’organizzazione della difesa nazionale e della NATO. Si riserva, però, di creare proprie unità militari professionali formate esclusivamente da uomini e donne siciliani per fornire il proprio diretto contributo al mantenimento della pace del mondo nel quadro del sistema di comando ed alleanza della NATO e aderendo a missioni determinate da risoluzioni ONU. La scuola militare siciliana “Vespri” sarà creata per la formazione di comandanti siciliani, in cooperazione con analoghe scuole dell’ambito NATO. La scuola di marina “Florio” e quella di aviazione “Giuseppe Gabrielli” avrnno simili compiti e struttura.

La riforma dello Statuto Autonomistico sarà attuata seguendo le linee-guida dei dieci punti programmatici. Il primo articolo del Nuovo Statuto dell’Autonomia Siciliana sarà comunque: “La Sicilia è un’entità politica autonoma nel contesto dell’Italia una e indivisibile sancito nella Costituzione della Repubblica Italiana”.

Questi dieci punti rappresentano un’idea di piattaforma iniziale e di base quale programma politico e visione strategica del futuro siciliano per le prossime elezioni regionali e nazionali. Saranno ovviamente dettagliati, integrati ed estesi laddove necessario, in sede di campagne elettorali per i movimenti politici, gruppi di persone e partiti che vorranno aderire e contribuire, magari in maniera più realistica rispetto ai punti provocatori. Lo scopo è di lanciare un dibattito in parte su idee provocatorie ed in parte su idee effettivamente attuabili.

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