Pd, il valzer delle ambiguità

Con la sconfitta dell’ala del Pd che avrebbe voluto esprimere un candidato a sindaco di Palermo in ‘società’ con il sistema di potere dell’attuale presidente della Regione, Raffaele Lombardo (e la parola ‘società’, credeteci, non la stiamo utilizzando a caso), la campagna elettorale è ormai entrata nel vivo. Suo malgrado, almeno formalmente, il Pd si ritrova insieme con Rita Borsellino. Certo, si debbono ancora celebrare le elezioni primarie del centrosinistra. C’è ancora il tempo, per gli sconfitti – cioè per Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia – di preparare qualche ‘trappola’ a Rita Borsellino? Vedremo.
Al di là del finto unanimismo di due giorni fa, non sfuggono agli osservatori almeno due dati politici. Il primo è rappresentato dalla frantumazione – almeno in questa fase – del centrosinistra di Palermo. Il secondo dato è rappresentato dall’ambiguità di questa ritrovata ‘unità’ del centrosinistra sotto le bandiere di Rita Borsellino.
Cominciamo dal primo dato politico: la frantumazione del centrosinistra del capoluogo dell’Isola. Leoluca Orlando, tanto per cominciare, non parteciperà alle primarie. Non solo. Lungi dal ritirarsi in un ‘eremo’, Orlando ha già annunciato la propria candidatura a sindaco di Palermo. Vero che l’ex sindaco, in città, è stato sempre sostenuto da un elettorato ‘trasversale’ (il ‘trasversalismo’, del resto, è stato il suo cavallo di battaglia nella seconda metà degli anni ‘80); ma è altrettanto vero che la sua forza elettorale, piaccia o no, risiede nell’area dei cattolici aperti alla società che cambia e nella sinistra. In pratica, nella stessa area del Pd. Ora – se la politica ha una logica – le elezioni primarie per la scelta del candidato a sindaco di Palermo per il centrosinistra, con Orlando già candidato alla guida della città, suonano quasi comiche.
In tutto questo, sempre nello ‘spazio’ politico del centrosinistra – e sempre in un’area cattolica progressista, ma con ampie aperture verso la vera sinistra di Palermo (il Pd, come ha giustamente scritto il nostro Riccardo Gueci nei giorni scorsi, non è più un partito di sinistra) – c’è anche la candidatura di Fabrizio Ferrandelli. Una candidatura, quest’ultima, che molti osservatori – a nostro modesto avviso sbagliando – stanno sottovalutando.
Noi ieri ci siamo recati, da spettatori, all’apertura della campagna elettorale di questo ragazzo di trent’anni. L’appuntamento era al cinema Imperia, naturalmente a Palermo. Ebbene, siamo rimasti colpiti non tanto dalla grande partecipazione della gente – e di gente ce n’era tanta, la sala del cinema non riusciva a contenerla – quanto dalla corale e sentita partecipazione di tantissimi giovani. La cosa ha destato in noi una certa impressione, perché avvicinare e far partecipare i giovani – soprattutto i ventenni – al dibattito politico, con i tempi che corrono, non è una cosa facile. Anzi.
Al di là della grande partecipazione dei giovani, il dato politico della candidatura di Ferrandelli a sindaco, sempre nell’area del centrosinistra, rafforza non tanto la nostra convinzione, quanto un dato oggettivo: l’inutilità, se non la già citata comicità, delle primarie del centrosinistra.
Esaminiamo, adesso, il secondo dato politico: l’unione di intenti, ancora tutta da verificare, tra Rita Borsellino e il Pd. Certo, anche in questo caso va detto che ci sono tanti iscritti, militanti e simpatizzanti del Pd che voteranno per Rita Borsellino. Ma ci sono anche dirigenti di questo partito – che purtroppo esercitano ancora ruoli importanti – che vedono la Borsellino come fumo negli occhi. Dal loro punto di vista, hanno pure ragione: cosa ha a che fare Rita Borsellino con il sistema di potere di Raffaele Lombardo del quale personaggi come Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia sono ormai parte integrante?
Quando parliamo di Lombardo e del suo sistema di potere non ci riferiamo soltanto a ciò che appare e che è già grave: e cioè al clientelismo nelle società collegate alla Regione, agli incarichi legali che hanno fruttato e che continuano a fruttare milioni e milioni di euro a certi professionisti (a proposito, quand’è che la Corte dei Conti, di grazia, punterà i riflettori sulle consulenze e sugli incarichi legali, sugli arbitrati, sulle costituzioni di parti civili della Regione siciliana? la magistratura contabile si è mai chiesta quanto ha speso l’amministrazione regionale, per questi ‘servizi’, nel 2009, nel 2010 e nel 2011?), alle clientele dell’assessorato all’Agricoltura (che ha cambiato nome, ma che, lungi dal rilanciare l’agricoltura, organizza, nella stragrande maggioranza dei casi, grandi operazioni clientelari, foraggiando persino la moglie dello stesso presidente della Regione…), alla gestione delle energie alternative, alla spesa sanitaria regionale che lievita mentre viene ‘massacrata la sanità pubblica e via continuando. Quando parliamo di sistema di potere di Lombardo ci riferiamo, anche, a ciò che ‘non appare’, ma che viene fuori da tutte le storie messe – per ora – tacere dalle parti di Catania.
Con questo sistema di potere, ovviamente, Rita Borsellino non ha nulla a che vedere. Ma questo sistema di potere, per intenderci, è lo stesso sistema di potere che, con la sponda romana, da due anni, impedisce alla base del Pd siciliano di pronunciarsi con un “sì” o con un “no” alla partecipazione del partito al governo Lombardo. Si tratta di personaggi forti, potenti e prepotenti. Che, in virtù dei loro ‘rapporti’ (anche con ambienti ‘inimmaginabili’) riescono a imporre la linea politica contro la volontà della base.
Il più inquietante è sicuramente Giuseppe Lumia. Un personaggio che somiglia tanto, nei fatti, a certi democristiani siciliani degli anni ‘70 e ‘80 dei quali conoscevamo tanto, ma ai quali nessuno – a cominciare dalla Giustizia – contestava alcunché. Ogni tanto, su questi ‘soggetti’, affioravano indiscrezioni, piccoli dettagli, talvolta anche cose ‘pesanti’: ma loro restavano sempre al loro posto. Inamovibili.
Su Lumia, per esempio, qualche mese fa, sono venute fuori storie sui suoi rapporti con un certo Pietro Di Vincenzo da Caltanissetta, un uomo che, a occhio e croce, non ha conquistato gli onori delle cronache per aver riscritto le vite dei Santi, o per aver interpretato e tradotto in chiave moderna passi del Vecchio Testamento. Per non parlare di certe sue frequentazioni con i signori della Gas Gasdotti spa, il gruppo che ha metanizzato mezza Sicilia all’ombra di Vito Ciancimino.
Che cosa abbia in comune un personaggio come Lumia con Rita Borsellino non riusciamo a capirlo. Mentre troviamo del tutto normale che lo stesso Lumia si trovi benissimo con il sistema di potere del presidente della Regione, Lombardo. Così come troviamo del tutto normale che Lumia e il suo degno ‘alleato’ Cracolici abbiano fatto di tutto – fino ad oggi senza riuscirci – per sbarrare la strada a Rita Borsellino.
Ora ci dicono che Rita Borsellino dovrebbe essere appoggiata da tutto il Pd. Dicono che sarà il segretario Pier Luigi Bersani in persona a sponsorizzare la candidatura della Borsellino. Questo avverrà, a nostro avviso, dopo la celebrazione delle primarie, dove risultano candidati ben due esponenti del Pd, Davide Faraone e Ninni Terminelli.
Cosa avverrà da qui alla celebrazione delle primarie? E’ chiaro che se alle stesse primarie dovesse spuntare un terzo candidato del Pd – magari dell’area Lumia-Cracolici – lo scenario cambierebbe. Se ciò dovesse accadere, Rita Borsellino farebbe bene non solo ad abbandonare il ‘tavolo’ delle elezioni primarie, ma dovrebbe anche abbandonare il Pd siciliano al proprio destino: un destino che è quello di un accordo politico (e non soltanto politico…) tra il Pd e Lombardo: accordo – lo sappiamo – che la base del Pd non gradisce. Ma la base di questo partito – e lo stiamo vedendo proprio in questi giorni e proprio in queste ore – non conta nulla, se è vero che il referendum sul “sì” o sul “no” al governo Lombardo è stato ‘cassato’ per volere proprio di chi, oggi, comanda nel Pd, vuoi per gli agganci romani, vuoi per la forza di certi rapporti ‘inimmaginabili’. Con buna pace di una base che, almeno fino ad ora, è rimasta silenziosa.

 

 

 

 


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