Precari, ‘bocciatura’ su tutta la linea

Questa volta volta “l’inchiummata” è stata totale. Questa volta il commissario dello Stato per la Regione siciliana, Prefetto Carmelo Aronica, ha ‘bocciato’ quasi tutto l’impianto della legge sul precariato approvata la scorsa settimana dall’Ars. Di fatto, una conferma – con qualche puntino sulla ‘i’ in più – dell’impugnativa operata l’anno scorso, sempre sui precari, dal predecessore di Aronica.
Il Natale, evidentemente, non ha reso ‘buono’ l’ufficio del commissario, che ha invece picchiato duro non soltanto sul governo, ma su tutta la politica siciliana, di maggioranza e di opposizione, se è vero che maggioranza e opposizione, divise su tutto (o quasi), si un punto avevano trovato l’accordo: nella stabilizzazione di quei precari diventati tali, alla fine, per volere di quella politica che avrebbe voluto sistema tutto con la stabilizzazione.
Domani mattina i nostri lettori troveranno un approfondimento sugli effetti che questa impugnativa avrà sulla politica siciliana e sull’amministrazione regionale. Per ora diciamo soltanto che al commissario dello Stato non è andato giù l’impianto finanziario di questa legge, ovvero il reperimento delle risorse per fronteggiare i nuovi oneri che questa stabilizzazione avrebbe creato. La prova che, contrariamente a quanto detto nei giorni scorsi da autorevoli esponenti del governo regionale, questa stabilizzazione non sarebbe stata a “costo zero”.
Sulla vicenda intervengono i vertici del Cobas Codir, il sindacato autonomo dei dipendenti regionali: “L’impugnativa del Commissario dello stato dell’ultima legge sfornata dall’Ars su iniziativa governativa per violazione degli articoli 3, 51, 81, 97 e 117 della Costituzione italiana – si legge nel comunicato dei Cobas della Regione – rivela il vero volto di questo governo che sembra utilizzare lo strumento legislativo come arma per illudere i precari rispetto a soluzioni di cui si è ben coscienti della loro impraticabilità, mettendo così a repentaglio anche le stesse proroghe dei contratti a tempo determinato”.
“Il governo – aggiungono i Cobas – ha il dovere, a questo punto, di adottare immediatamente, come sempre richiesto dal Cobas Codir, soluzioni definitive che pongano seriamente fine a una vergogna durata di questa vicenda e che garantiscano immediatamente la continuità di un rapporto di lavoro”.
Quali? La strada -osservano ancora i sindacati autonomi – non può che essere quella dell’assunzione di questo personale precario nelle società partecipate dalla Regione siciliana. Una soluzione, questa, che è certamente più serie e più percorribile del tentativo di stabilizzare questi precari nelle categorie A e B della Regione siciliana. Considerati i settori in cui sono occupati questi precari (per esempio la sala operativa della protezione civile) – concludono i Cobas – il governo farebbe bene, nel frattempo, ad assumersi la responsabilità di pubblicare l’articolo limitatamente alla proroga dei contratti a tempo determinato”.
Sulla vicenda interviene anche Paolo Montera, dell’Area Metropolitana della Cisl Pp. “Evidentemente – dice Montera – la classe politica siciliana non ha perso la pessima abitudine di approssimare o, peggio, di illudere soggetti bisognosi. Non si spiegherebbe, altrimenti, come mai il Commissario dello Stato abbia impugnato quelle parti del ddl votato all’Ars, solo perché non corredate da una precisa analisi della copertura finanziaria”.
“Dal testo dell’impugnativa non si evince – prosegue Montera – alcuna altra irregolarità o difformità rispetto alla normativa vigente in materia di stabilizzazione del personale con contratto a tempo determinato. Occorre porre chiarezza sulla vicenda e verificare immediatamente le criticità riscontrate sulla copertura finanziaria. Il governo e il parlamento regionale hanno il dovere di assumersi precise responsabilità e di porre rimedio già da domani, nel corso dei lavori d’Aula sull’esercizio provvisorio”.

 

 

 


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