Rubrica/Gli incontri particolari. A tu per tu con Leopardi

Il nostro viaggio ci ha condotto fino a Recanati. Da una finestra scorgo un’ombra che mi spia. Decido di avvicinarmi e chiedere asilo per una breve sosta. Busso al portone e, all’improvviso, un maggiordomo mi apre e mi conduce in un’immensa biblioteca dove mi accorgo che l’ombra che intravedevo è quella di Giacomo Leopardi.

– Salve , signor Leopardi scusi il disturbo.

-“Non si preoccupi – mi risponde timidamente. – Si accomodi pure “.

– Io sono un viaggiatore che gira per il mondo in cerca di persone interessanti con cui confrontarsi. Sarebbe molto bello , se le aggrada, porle qualche domanda.

-“Faccia pure, avevo deciso di fare una pausa e lasciare riposare le mie sudatissime carte”.

– Questa biblioteca è veramente meravigliosa. E’ qui che dice di avere passato gli anni più belli della sua giovinezza?.

“Questa è la biblioteca di mio padre. Molti letterati l’hanno definita una prigione che mi ha rovinato la salute. Ma io vorrei confidarle che questa biblioteca per me ha rappresentato qualcosa di molto più importante: un rifugio , una culla che coccolava la mia malinconia nei momenti in cui avevo desiderio di stare da solo. E i pensieri custoditi in tutti questi libri, adesso forse un po’ impolverati, hanno dato un senso alla mia solitudine”.

– E cosa pensa di coloro che sostengono che con la cultura non si mangia e che con la divina commedia bisogna fare un panino?

-“Prendo atto che evidentemente esistono persone la cui anima è arida. Non si può vivere solamente sostentando il corpo, ma l’uomo ha bisogno di idee, di pensieri e di autori del passato che parlino al loro presente. Molta gente non è nemmeno degna di pronunciare il nome del grande Dante e, se percepissero la straordinaria bellezza della Divina Commedia, potrebbero coglierne anche la sua immensa attualità”.

– Senta , per tantissimi anni l’hanno definita un pessimista. Adesso invece alcuni critici come, ad esempio Piero Citati, hanno rivisto questo aspetto. Lei che ne pensa?

-“Personalmente, sono molto contento se qualcuno abbia finalmente capito che un autore non si può circoscrivere nei limiti di un’etichetta che rischia di diventare limitante. Devo ammettere che io ero consapevole che si sarebbe fatto di tutto per screditarmi, perché ero ateo e materialista. Mi permetta di aggiungere, però, che nonostante la mia posizione in materia religiosa, il mio sguardo si è sempre spinto più in là del comune, e vivere per me ha significato respirare profondamente la mia sofferenza e quella degli altri, sfruttando quest’ultima come energia per cogliere i molteplici aspetti dell’esistenza e apprezzare la vita anche nella sua tragicità.”

– Signor Leopardi, mi tolga un’ultima curiosità . E’ vero che lei è un goloso di dolci?

“Eh sì , questo è proprio vero. A proposito , visto che è stato così gentile da venirmi a trovare, avrei il piacere di offrirle una sfogliatella napoletana ancora calda. Io prenderò un pezzettino di pastiera “.

Accetto con piacere e la nostra chiacchierata termina con una nutriente merenda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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