La Sicilia dei primati (all’incontrario)

da Arturo Frasca

riceviamo e volentieri pubblichiamo

In Sicilia pare che un commesso del parlamento siciliano arrivi a guadagnare più di un dirigente scolastico… a fine carriera quanto un prefetto all’apice della sua di carriera! Pare che uno stenografo non laureato guadagni quattro volte più di un insegnante di ruolo! Pare che le pensioni garantite siano impensabili per qualsiasi altro dipendente pubblico! Pare che un segretario generale all’Ars percepisca mensilmente quasi il doppio di un collega lombardo! Pare che, in Sicilia, vi sia il maggior numero di dipendenti pubblici regionali, con una spesa quasi doppia rispetto alla Lombardia, che però ha, a sua volta, una popolazione quasi doppia!
Grosso modo, in Sicilia vi sarebbero 120 mila consiglieri comunali, poco più di tremila consiglieri provinciali, 35 mila assessori comunali e poco meno di un migliaio di assessori provinciali! Con la circolare numero 1, protocollo 758, del 13 gennaio di quest’anno, il dipartimento delle Autonomie locali della Regione siciliana ha chiarito che le misure di contenimento della spesa per gli apparati politici amministrativi, previste dalla legge Finanziaria dello Stato italiano numero 191 del 2009 e sue successive modifiche ed integrazioni non possono applicarsi perché… siamo una Regione a Statuto speciale! Siamo una Regione di primati, non c’è che dire!
Perennemente in crisi e con intere aree depresse, la Sicilia può vantare il primato anche nel tasso di disoccupazione, poco sotto il 15 percento, oltre 6 punti percentuali sopra la media nazionale italiana. Sembrerebbe che la Sicilia goda anche di un altro primato: la più alta diffusione di cancro al colon! Pare che il tasso di malattie neonatali nel triangolo industriale siracusano sia tra i più alti in assoluto. Sono certo che, anche a Gela e Milazzo mica scherzano.
Ininterrotto sarebbe, davanti alle coste siciliane, il transito delle petroliere, l’industria petrolchimica ha davvero arricchito e valorizzato il nostro territorio…
Siamo davvero un’isola di primati!
Pare che il flusso turistico annuo, in Sicilia, sia tre, quattro volte quello dell’intera isola di Malta. Isola (che io amo e dove un giorno andrò, forse, a vivere) che può vantare giusto una milionata di visitatori all’anno, su un territorio che è un ottantesimo scarso di quello della Sicilia, con attrazioni culturali e paesaggistiche che ammontano, ad occhio e croce, a non più di un millesimo di quelle presenti nella nostra Isola!
Non è inconsueto che molti siciliani scimmiottino malamente le mode ed i modelli, gli atteggiamenti, il modo di parlare ed anche di pensare che provengono da una cultura e da mezzi di comunicazione che, semplicemente, non ci appartengono. A proposito di scimmiottare, anche le scimmie sono primati, anche se di un’altra specie!
Non è inconsueto nemmeno che, in molti, camuffino l’accento o il tono di voce… del resto, c’è da vergognarsi ad essere siciliani! Per fortuna, 150 anni fa, ci fu chi venne a redimerci ed a civilizzarci!
Questi sono solo alcuni dei “primati” che, oggi, possiamo vantare! In confronto, in passato eravamo davvero all’anno zero!
E’ storia vecchia, quasi due secoli fa, la costruzione, a Palermo, del primo cimitero in Europa, senza distinzione di classi sociali! Al lontano 1853 risale la prima traversata di un piroscafo dal Mediterraneo verso l’America, il “Sicilia” della Società Sicula Transatlantica del palermitano Salvatore De Pace!

Altrettanto antica è la costruzione dei primi orfanotrofi, ospizi, collegi, conservatori, strutture di assistenza e formazione, il Real Albergo dei poveri di Palermo. Troppo lontana nel tempo è la percentuale di mortalità infantile, tra le più basse, e la percentuale di medici per abitanti, tra le più alte!
L’ottocentesco Orto Botanico di Palermo, tra i più grandi ed importanti d’Europa, di fondo è solo un giardino un po’ più grande! Il fatto che, prima dell’unità d’Italia, la Sicilia non conoscesse emigrazione a chi volete che importi, oramai? Che a Palermo fosse sorta una delle più antiche industrie di automobili non lo ricorda più nessuno, non conta, quindi!
Che la produzione argentiera siciliana fosse tra le più pregiate non vale nulla, argentieri non ve ne sono quasi più! Se poi vogliamo ricordare che, oltre due secoli e mezzo fa, si ebbe in Sicilia il primo esempio di vincolo di salvaguardia di un monumento, il teatro di Taormina, o il primo serio esempio di vincolo ambientale per la tutela del Castagno dei Cento Cavalli, nel bosco di Carpineto, versante orientale dell’Etna, rischiamo di scompisciarci dalle risate!
E se ci venisse a mente che, nelle zone di Catania e Agrigento, era rinomata l’industria mineraria per la lavorazione dello zolfo siciliano, in grado di soddisfare ben oltre la metà dell’intera richiesta mondiale, o che la Sicilia, come parte del regno delle Due Sicilie, faceva parte del primo Stato preunitario per ricchezza, o in cui era attivo il primo vero sistema pensionistico, o in cui vigeva la minore pressione fiscale… Meglio lasciar perdere!
Ve l’immaginate, che strazio, doversi preoccupare ancora di tutte queste cose?
Fortunatamente, 150 anni fa, c’è chi è venuto a redimerci ed a civilizzarci, a chiarirci come, in realtà, siamo un popolo inferiore, indegno, incapace di badare a se stesso. Fortunatamente, ancora oggi, siamo capaci di sceglierci una classe politica che, preoccupandosi, giustamente, dei propri interessi, evita di farci risollevare: aumenterebbero solo i pensieri ed i problemi, ci stresseremmo!
Sfortunatamente, c’è chi non la pensa così: Pippo Scianò e quei folli dei suoi amici insistono sul fatto che la Sicilia ed i siciliani dovrebbero svegliarsi, dovrebbero recuperare la memoria storica, dovrebbero riscoprire l’orgoglio di appartenere ad un popolo che ha una sua storia, fatta di libertà, di benessere, di 686 anni di indipendenza; sostengono pure che occorrerebbe una strategia veramente siciliana per la ripresa economica della Sicilia; che il ponte sullo Stretto di Messina sarebbe una vergogna; che è assurdo pensare, perché c’è chi lo pensa, di dividere la Sicilia in due o tre regionicchie senza senso, senza storia e senza avvenire; che in Sicilia potrebbero arrivare, a costo zero, cento milioni di turisti all’anno; che con il surplus di spesa inutile, superflua, immorale, si potrebbe quasi garantire un reddito minimo a tutti i siciliani, evitando stati di indigenza e persino favorendo i consumi, la ripresa dell’economia…
Da ridere!

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